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Questo articolo è stato pubblicato il 29 marzo 2012 alle ore 18:35.
L'ultima modifica è del 29 marzo 2012 alle ore 12:20.

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I provini per il telegiornale
E poi c'è lo «stile», se così si può dire, che Fede ha impresso alle relazioni personal-professionali con il gentil sesso all'interno dell'universo Mediaset. Ad esempio durante i colloqui con le aspiranti giornaliste del Tg4.
Troppe voci di corridoio, troppe testimonianze dirette su quei «provini» delle ragazze che tentavano l'accesso alla testata giornalistica diretta da Fede. Nella maggior parte dei casi era lui, il direttore, a esaminare personalmente le candidate, e nella maggior parte dei casi la questione dirimente era una e soltanto una. Ci sta, non ci sta, chissà. Fino a ingrossare il fiume del gossip e delle leggende metropolitane. Si dice che Fede non se ne lasciasse scappare una, perché, si sa, che ogni lasciata è persa.

Come nel gioco, anch'esso un leitmotiv nella vita del giornalista siciliano che, tra l'altro, fu anche la causa del divorzio dalla Rai nel 1987: il rapporto con la tv pubblica cessò infatti in seguito ad un processo per gioco d'azzardo (finito con l'assoluzione).

Ora, tra le vicende giudiziarie di Fede, c'è anche l'accusa dei pm milanesi Fusco e Carducci di concorso in bancarotta, nell'ambito dell'inchiesta per cui Lele Mora è in carcere dal giugno dell'anno scorso: secondo l'accusa, Fede avrebbe trattenuto per sé una parte dei 2 milioni e 850 mila euro versati da Giuseppe Spinelli, manager di fiducia di Silvio Berlusconi, mentre era in corso la procedura di fallimento della società del talent scout, poi «cancellata» da un crac da 8.5 milioni. Anche qui Fede ha sostenuto che si sarebbe trattato di un prestito restituito dallo stesso impresario dei vip.

E proprio con Mora e Minetti, Fede è imputato per induzione e favoreggiamento della prostituzione delle ragazze maggiorenni e della allora minorenne Ruby, tutte ospiti ad Arcore durante i presunti festini a luci rosse. Il caso per il quale anche l'ex premier è imputato, ma in un processo separato, è in dibattimento: la prossima udienza è fissata tra una settimana.

Il «fedelissimo»
Ma lo «stile» di Fede è anche quello della totale mancanza di pudore nel mettersi a totale disposizione del proprietario della testata. Nell'ultimo libro-inchiesta di Colaprico, Emilio Fede è delineato come un gentile organizzatore, l'amico fedelissimo, sempre attivo e preoccupato, di procurare le giovani e belle ragazze che ogni sera dovevano essere il «contorno femminile» delle «cene eleganti» di Silvio.

E anche oggi, mentre deve difendersi nel processo Ruby, Fede continua a dirsi convinto che il rapporto con l'ex premier è «intatto». Il Cavaliere? «Questa mattina è stato il primo a telefonarmi e ad esprimermi la sua solidarietà! Lo adoro, non mi lascia mai solo. Mai, mai, mai...».

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