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Questo articolo è stato pubblicato il 30 marzo 2012 alle ore 08:09.

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Non escludo nuovi aiuti alla Grecia. Nella foto il premier greco, Lucas Papademos (AFP Photo)Non escludo nuovi aiuti alla Grecia. Nella foto il premier greco, Lucas Papademos (AFP Photo)

Lei ha detto che c’è tra i leader politici un maggiore consenso di continuare sulla strada delle riforme. Tuttavia, il panorama politico è frammentato e i partiti estremisti sono sempre più minacciosi: molti sostengono che uscire dall’euro sarebbe meno doloroso.

Non condivido questa visione delle cose, e neppure la condivide una maggioranza dei greci. Oltre il 70% dei greci continua a sostenere la partecipazione alla zona euro. Capiscono che, nonostante i sacrifici, gli attesi benefici di lungo termine sono superiori ai costi di breve termine. Chi propone l’uscita dall’euro sostiene che una nuova valuta svalutata migliorerebbe la competitività del paese rapidamente e che il finanziamento monetario del deficit eliminerebbe nei fatti il vincolo di bilancio. In realtà le conseguenze sarebbero devastanti. Il ritorno della dracma provocherebbe elevata inflazione, instabilità del cambio, e una perdita di valore reale dei depositi bancari. I redditi reali scenderebbero bruscamente, il sistema bancaria sarebbe severamente destabilizzato, vi sarebbero numerosi fallimenti, e la disoccupazione aumenterebbe. Un ritorno alla dracma aumenterebbe le diseguaglianze sociali, favorendo coloro che hanno denaro all’estero. Tenuto conto della storia greca in politica economica, le riforme necessarie per restaurare la competitività in modo permanente e raggiungere la sostenibilità del debito sarebbero molto più difficili da adottare fuori che dentro la zona euro. Il popolo greco lo capisce.

Il familismo e l’evasione fiscale sono caratteristiche storiche della società greca (e di altri paesi del Sud Europa). Vede segnali di un cambiamento culturale?

Molti in questo paese sono sempre più stufi di queste pratiche che ritengono aver contribuito alla crisi debitoria ed economica, impedendone la sua soluzione. Gli atteggiamenti e le pratiche stanno cambiando. E’ cruciale comunque che le politiche economiche e le forze politiche incoraggino un’accelerazione del cambiamento.

I partner europei della Grecia sono preoccupati per la stabilità politica del paese dopo le elezioni, attese all’inizio di maggio. Hanno ragione?

La composizione del parlamento sarà probabilmente diversa dopo il voto. Sono fiducioso che la forte volontà del popolo greco di trasformare l’economia e di rafforzare la posizione del paese nell’euro, come dimostrano i sondaggi, si rifletterà nell’esito delle elezioni. La maggioranza dei greci vuole che il paese cambi. Questo fornirà una buona base per la continuità delle politiche e per l’adozione del secondo programma economico. I due partiti che sostengono il mio governo (Pasok e Nuova Democrazia) lo hanno approvato.

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