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Questo articolo è stato pubblicato il 08 aprile 2012 alle ore 08:12.

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«Le azioni affittate – dice Alex Borg di DataExplorers – erano in quella data il 10,84% di quelle disponibili, pari a 138 miliardi di dollari su un totale di 1500 miliardi mobilizzabili in Europa». Gli investitori istituzionali potrebbero gettare molta più benzina sul fuoco come fecero nella primavera del 2007 quando un quinto era short. E i fondi pensione con obiettivi di lungo periodo hanno interesse a farlo. Per dare un titolo in prestito si fanno pagare una commissione. Una volta era un business a basso profitto, ma non è più così.

I big players del settore, a cominciare da Banca New York Mellon a State Street, che agiscono come custodi dei titoli, hanno visto le revenue aumentare fino al 20 per cento nel 2011. La crisi dell'eurozona e la volatilità conseguente hanno esacerbato il quadro giocando un ruolo nel boom di trading registrato, ad esempio nel mese di agosto, da Equilend, una delle piattaforme elettroniche su cui corrono le transazioni dei titoli in prestito. In un solo giorno sono stati scambiati 21,3 miliardi di dollari.

Dinamiche che riportano all'eterno dilemma. Siamo di fronte a nuove vie per generare utili e liquidità o dinnanzi a speculatori, come si suol dire, senza scrupoli? «Thomas Cook – precisa Jane Fuller del Centre for studies of financial innovation – in realtà aveva da tempo un quadro di pesante indebitamento». Pesantissimo essendo dieci volte la capitalizzazione e questo, secondo una corrente di pensiero, renderebbe addirittura merito agli hedge che avrebbero "svelato" il caso di un gruppo in crisi. «Spesso – precisa Dimitri Vayanos docenti di finanza e direttore della scuola sul mercato dei capitali della London school of economics – sono loro a denunciare le bolle speculative. Anche se quando sfruttano la volatilità del mercato non rendono un buon servizio».

Philip Augar, l'ex banker divenuto storico della finanza e autore di volumi come Chasing Alpha, la folle caccia al profitto estremo nelle trading room della City, cambia obiettivo. «Dal 2008 a oggi, più o meno, continua tutto come prima sul fronte delle vendite allo scoperto. Non ci sono regolatori interessati a cambiare le norme, ho visto interventi marginali. Shorting è un falso target, è un fenomeno sempre esistito. La verità è che cambia il concetto di proprietà. Oggi fra vendite allo scoperto e day traders, è in corso una tumultuosa mutazione della base azionaria che allarga il gap fra manager e shareholders. Si deve riformare la corporate governance, magari creando azioni con diritto di voto che non si possono cedere e azioni senza voto che invece si potranno affittare».

Idee che rotolano su un mercato a cui non manca la fantasia. È di qualche settimana fa la notizia dello strumento finanziario ideato da Credit Suisse capace di replicare i guadagni potenziali che si farebbero stando "corti" su titoli coperti dal divieto. Mimano la dinamica senza colpire il titolo "protetto". «In realtà – aggiunge al Sole 24 Ore un banchiere che preferisce restare anonimo – strumenti del genere fatti su misura li offrono tutti». Operazione legittima, che conferma, però, la flessibilità di un mondo che corre sul filo delle regole. E talvolta rischia di superarlo con buona pace delle authority costrette a maneggiare una coperta eternamente troppo….corta.

Nel mirino l'industria degli hedge
Eric Holder Responsabile del Dipartimento Usa di Giustizia L'offensiva
All'inizo dell'anno negli Usa il Dipartimento di Giustizia, assieme all'Fbi, ha lanciato l'operazione "Perfect hedge" - una delle più importanti mai avviate a Wall Street - contro l'insider trading nell'alta finanza che ha portato all'accusa di 7 persone, quasi tutti gestori o ex-gestori di hedge fund, per aver estorto 62 milioni di dollari in profitti illeciti grazie a informazioni riservate su titoli Dell Computer.
Raj Rajaratnam Fondatore dell'hedge fund Galleon Group
Scandalo sull'insider trading
Raj Rajaratnam, 55enne fondatore dell'hedge fund Galleon Group èm stato condannato alla fine del 2011 per insider trading a 11 anni di carcere a una multa da 10 milioni di dollari.
Il miliardario, arrestato nel 2009, aveva realizzato profitti illegati per decine di milioni di dollari con operazioni si titoli quali Ibm, Amd, Google,SunMicrosystem
John Paulson Ex ad di Goldman Sachs e attuale gestore del fondo Paulson & Co
Il Re Mida della finanza
Jonh Paulson, già ad di Goldman Sachs e segretario al Tesoro degli Usa, è ora il gestore dell'omonino fondo Paulson & Co. Nel 2010 con il suo fondo ha ottenuto un guadagno personale da 5 miliardi di dollari, un record assoluto. Spesso le sue "scommesse" personali si sono rivelate tra le migliori, basti ricordare quelle sull'oro effettuate nel 2010.
George Soros Finanziere americano, attuale presidente del Soros Fund
Speculazioni leggendarie
George Soros, miliardario americano di origine ungherese, è ora presidente del Soros Fund Management e dell'Open Society Institute, viene considerato come lo speculatore per eccellenza. 20 anni fa guadagnò un miliardo di dollari con le sue leggendarie scommesse su lira e sterlina, ora ha puntato sul debito sovrano dell'Italia e di Paesi della fragile periferia Ue.

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