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Questo articolo è stato pubblicato il 25 aprile 2012 alle ore 08:55.

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Il confronto internazionale
Arriviamo così per il 2010 a quasi 90 milioni di euro. È questo il numero che si confronta con 40,6 milioni ricevuti dalla Spd, 22,7 del Partito socialista francese e poco più di 2 milioni ricevuti dal Labour Party nel 2010. Alcune precisazioni sono doverose. In primo luogo, la parte di finanziamento che il Pd ha ottenuto dalle elezioni politiche del 2008 si riferisce a una percentuale dei voti alla Camera del 33% circa, a fronte del 23% della Spd nel 2009 e del 24,7% del PS nel 2007; una parte della differenza nei fondi ricevuti è cioè spiegata dal maggior numero di voti ottenuti. Va altresì osservato che, se il corpo elettorale in Gran Bretagna e Francia è di dimensioni simili a quello italiano, la Germania è più grande di un terzo circa.

Il caso inglese è particolare non solo per la somma ridottissima che i partiti ricevono dallo stato, ma anche per il fatto che Londra finanzia solo l'opposizione: il Labour, che ha perso le elezioni del 2010, è salito appunto quell'anno a 2,4 milioni dalle poco più di 200mila sterline di due anni prima. Il bilancio del partito guidato da Ed Miliband è in effetti più "leggero" di quello dei partiti cugini, con un totale di entrate di poco più di 40 milioni di euro contro i 55 del Ps, e 58 del Pd italiano e i ben 173 milioni di incassi della Spd.

Oltre ai contributi pubblici (51 milioni per competenza, 60 per cassa) compaiono tra i ricavi del Pd 5,2 milioni di contributi degli eletti (senza i contributi di quelli a livello locale) e meno di 1 milione da donazioni dei privati; anche in quest'ultimo caso una parte dei contributi a livello locale (quelli inferiori a 50mila euro) non viene riportata. Anche per questo, probabilmente, sia il Ps francese che la Spd ricevono più soldi dagli eletti: 15 milioni e 22 rispettivamente.
I contributi versati liberamente dalle persone fisiche rappresentano oltre un terzo degli incassi del Labour (13 milioni di sterline su 36), meno del 10% per la Spd (14 milioni di euro su 173) e hanno un peso minore per Ps e Pd.

La Spd è ricca ma ha i conti in rosso
La Spd ha di gran lunga i maggiori ricavi a bilancio. Dei 173 milioni, la voce maggiore è data dai contributi degli iscritti: ben 46 milioni di euro dai poco più di 500mila iscritti (ciascuno dei quali contribuisce in media 90 euro l'anno) contro circa 10 milioni dai circa 600mila iscritti del Pd. Circa 40 milioni arrivano dallo Stato e quasi altrettanti da attività imprenditoriali, editoriali, partecipazioni di vario tipo. La Spd è stata anche in grado di attrarre sponsor per alcune manifestazioni, sia pure in misura inferiore all'1% dei ricavi e dopo un dibattito sulle possibili controindicazioni etiche. Le donazioni sono di poco inferiori ai 19 milioni, di cui poco più di 4 da persone giuridiche. Pur con incassi nettamente superiori agli altri partiti "cugini", i conti della Spd sono in profondo rosso (come del resto quelli della rivale Cdu): 35 milioni per i socialdemocratici, 37,5 per i democristiani. Anche i socialdemocratici tedeschi lamentano un calo progressivo degli iscritti e una contrazione delle donazioni.

Non tutto entra nei bilanci
I bilanci non esauriscono però le somme di denaro ricevute e movimentate dai partiti. Da quello del Pd restano fuori i contributi ai gruppi parlamentari di Camera e Senato, gestiti in autonomia dei due rami del Parlamento: nel 2011 sono stati pari a 74 milioni per l'insieme dei partiti, con una stima di 20-25 per il Pd (si noti che i contributi ai gruppi parlamentari sono separati dagli stipendi dei deputati e dai loro rimborsi spese).
Dal bilancio dei partiti tedeschi restano fuori le fondazioni ad essi legate. Per la Spd la Fondazione Friedrich Ebert (dal nome del primo presidente della repubblica tedesca) aveva nel 2010 620 dipendenti e ha ricevuto complessivamente 149 milioni di euro, di cui 135 da Berlino; i fondi sono stati impiegati per oltre metà (77 milioni) per progetti di cooperazione internazionale, 19 milioni per borse di studio e 23 milioni per "progetti di educazione politica" in Germania.

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