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Questo articolo è stato pubblicato il 07 maggio 2012 alle ore 18:10.
L'ultima modifica è del 07 maggio 2012 alle ore 13:39.

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Ma il referendum «anticasta» ha scatenato anche diverse reazioni polemiche, mentre l'Unione delle Province sarde ha contestato la legittimità stessa della prova elettorale. «Abbiamo rilevato l'illegittimità dei referendum presentando prima un ricorso al Tar - spiega Roberto Deriu, a capo della Provincia di Nuoro e presidente dell'Unione delle Province sarde - ma il Tar si è dichiarato incompetente a dirimere la questione. Quindi ci siamo rivolti al Tribunale civile, che però ha respinto il nostro ricorso».

«Il nostro problema - continua Deriu - è soprattutto di carattere giuridico: i referendum creeranno un vuoto legislativo significativo. Ora cosa succederà? Che fare di tutti i dipendenti delle quattro province?».

Ricorso al Consiglio di Stato
«Anche per questo - annuncia Deriu - ci rivolgeremo al Consiglio di Stato. Infatti, a nostro parere è assolutamente irrilevante, dal punto di vista economico, il taglio delle province. Insomma, non si risparmia affatto, e cancellarle non serve a niente, anzi crediamo che questo livello di governo vada mantenuto».

A chi le competenze sulla scuola?
Uno dei capitoli coinvolti dai referendum riguarda una problematica scottante come quella scuola: a chi spetteranno le competenze scolastiche che oggi spettano alle province? «Non sono sono d'accordo con le istanze referendarie: in primo luogo perché l'abolizione delle province non porterà a un risparmio significativo - spiega Francesco Spanu, docente dei Cobas scuola -. Questi enti sardi, inoltre, un senso ce l'hanno: delle scuole è meglio che se ne occupino le Province piuttosto che la Regione, fosse anche solo perché hanno più il polso della situazione sul territorio». «Altro che democrazia diretta, questo referendum è una forma di manipolazione plebiscitaria - conclude il docente - portata avanti da politici di professione che da anni sostengono la maggioranza di centro destra. In realtà, questi politici sono la "casta degli anticasta"».


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