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Questo articolo è stato pubblicato il 16 giugno 2012 alle ore 19:45.

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In questi ultimi giorni la cancelliera tedesca Angela Merkel è tornata a stabilire "linee rosse" invalicabili, con toni ancora più fermi e qualche frecciata alla Francia di Hollande: «Un'introduzione prematura degli Eurobond - ha ribadito - comporterebbe l'occultamento del problema del debito dei paesi in crisi e il livellamento dei tassi di interesse e porterebbe l'Europa e la Germania sulla strada della mediocrità», perché le risorse di Berlino «non sono infinite».

Sul verdetto delle urne di Atene si profila una immediata riunione dell'Eurogruppo in videoconferenza, forse già domenica sera quando le delegazioni del G-20 arriveranno a Los Cabos. È in programma poi lunedì, a margine del G-20, un incontro tra i leader Ue che partecipano al summit e il presidente Usa Barack Obama. Alla riunione dovrebbero partecipare anche i presidenti del Consiglio e della Commissione Ue, Van Rompuy e Barroso.

Intanto «le banche centrali stanno preparando un'azione coordinata per rifornire liquidità al mercato», secondo fonti qualificate del G-20. Non si esclude poi una riunione di emergenza del G-7, sempre per lunedì o martedì a Los Cabos, se la reazione dei mercati si rivelasse particolarmente violenta. L'obiettivo sarebbe quello di stilare una dichiarazione congiunta, come prima linea di difesa in vista degli interventi tecnici per garantire liquidità al sistema. Si ritiene indispensabile che vi siano in circolazione dollari a sufficienza nel caso in cui gli investitori globali optassero per uno spostamento in massa verso asset Usa.

Per la Banca mondiale l'economia dovrà affrontare altri «anni di volatilità». Le più recenti stime indicano uno sviluppo economico globale "debole" nel 2012, con un ritmo di espansione del Pil al 2,5%, contro il 2,7% del 2011 e il 4,5% del 2010. Sul debito, però, la nota dolente, nonostante l'allarme sui dati europei, spetta agli Stati Uniti, gravati da un fardello di 15.700 miliardi di dollari, pari al 102% del Pil. L'Europa, nonostante tutto, si limita a un debito di circa 8.100 miliardi di euro, pari all'87,4% del Pil. Anche per il deficit sono gli Stati Uniti ad avere la peggio, con un 8,7% del Pil registrato nell'anno fiscale che si è chiuso a settembre 2011 (il secondo più pesante della storia dopo il 2009). L'area euro nel 2011 ha contenuto il disavanzo al 4,1% del Pil. Sul lavoro è invece l'area euro ad avere l'affanno, con una disoccupazione salita ad aprile all'11%, con 17,4 milioni di senza lavoro. Negli Stati Uniti, invece, il tasso si ferma all'8,2%, con 12,7 milioni di disoccupati.

Per quanto riguarda i Paesi in via di sviluppo, la Banca mondiale prevede un'espansione al 5,3%, in frenata dal 6,1% del 2011 e dal 7,4% per cento del 2010. «Il dopo crisi 2008-09 non ha ancora dispiegato pienamente i suoi effetti», ha avvertito l'istituto, pur sottolineando che «l'epicentro della crisi è attualmente l'Europa». In particolare l'economia brasiliana è cresciuta di appena lo 0,2% nel primo trimestre (gennaio-marzo) del 2012, rispetto agli ultimi tre mesi del 2011. Il risultato conferma che il Brasile è il Paese emergente che più soffre per le conseguenze della crisi finanziaria internazionale, soprattutto dell'Eurozona. A Brasilia si sta ridimensionando anche la performance del Pil per il 2012: il governo, che inizialmente aveva previsto un aumento del 4,5%; adesso ammette una crescita tra il 3% e il 4% nel corso dell'anno, dopo il +2,7% registrato nel 2011; il mercato, invece, stima un risultato inferiore al 3% per il Pil annuale.

La crescita dell'economia cinese potrebbe scendere sotto la soglia del 7% nel secondo trimestre 2012, che per come ci ha abituato Pechino non è un dato brillante. E l'India in assenza di una energica manovra da parte del governo, secondo l'agenzia di rating Standard & Poor's, potrebbe perdere il rating di paese dove investire. L'ipotesi di S&P's è stata respinta in un comunicato dal ministro delle Finanze indiano Pranab Mukherjee, secondo cui negli ultimi mesi «non vi sono stati elementi a sostegno della tesi che la vulnerabilità economica indiana agli shock sia aumentata, anche se il tasso di crescita del quarto trimestre dell'anno fiscale 2011-2012 (5,3%) è stato al di sotto delle aspettative».

"Last but not least", durante il G-20 si discuterà anche dell'escalation di violenza in Siria e del programma nucleare iraniano. Il presidente americano Barack Obama avrà un incontro bilaterale con il presidente cinese Hu Jintao martedì, al termine del quale terrà una conferenza stampa di commento ai lavori del summit, lo ha comunicato la Casa Bianca, sottolineando che lunedì, invece, Obama terrà un incontro bilaterale con il presidente russo Vladimir Putin.

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