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Questo articolo è stato pubblicato il 19 giugno 2012 alle ore 08:15.
L'ultima modifica è del 19 giugno 2012 alle ore 08:26.
Perché l'austerità in uno o più Paesi ne possa correggere gli squilibri di finanza pubblica è necessario che il o i Paesi che si trovano in condizioni di equilibrio o almeno di minore squilibrio o l'Unione europea come istituzione abbiano la volontà di accrescere la propria domanda interna in modo da permettere a quelli che sono costretti ad attuare una politica restrittiva di poter contare su maggiori esportazioni all'interno dell'area. In mancanza di una politica macroeconomica differenziata, restrittiva per chi è in forte squilibrio ed espansiva per chi non è in tale situazione, un'unione monetaria che ha come obiettivo prioritario la lotta all'inflazione è destinata a spingere sempre più paesi verso la recessione e l'instabilità (vedi il caso dei Paesi Bassi), a prolungare nel tempo il ciclo recessivo e a veder porre in discussione in misura crescente il ruolo e i benefici della moneta unica.
L'Unione federativa e fiscale, l'Unione bancaria e, soprattutto, una politica macroeconomica differenziata sono, a mio avviso, le uniche iniziative in grado di mantenere integra l'Eurozona, sia pure con l'aiuto dei muri tagliafuoco per i piccoli paesi. L'incendio divorerà la Spagna e l'Italia se ai miglioramenti sul lato dell'offerta da parte dei governi nazionali non si accompagnerà un'azione sul lato della domanda da parte della Germania e degli altri "virtuosi".
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