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Questo articolo è stato pubblicato il 23 giugno 2012 alle ore 13:21.

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Renzi: Berlusconi ha già dato
«Berlusconi ha già dato, anche basta», ha detto il sindaco di Firenze Matteo Renzi. Alla convention fiorentina nessuno crede al dossier pubblicato da L'Espresso, secondo il quale Renzi sarebbe il candidato di Silvio Berlusconi. Del resto anche nel centrodestra l'unico a crederci sembra David Volpe Pasini, che anche ha rivendicato la paternità del dossier, bocciato senza mezzi termini dal segretario Angelino Alfano, da Maurizio Gasparri e dallo stesso Berlusconi, che nega l'interesse verso Renzi. «Matteo Renzi deve indignarsi e pretendere che l'Espresso rettifichi», dice l'ex presidente della regione Toscana e attuale senatore Pd, Vannino Chiti, sulla vicenda.

Renzi sul Pd: non dobbiamo essere fedeli alla ditta, ma leali alla comunità
«Avere idee diverse da uno del tuo partito - ha detto Renzi nel suo intervento al Big Bang - non può andare sulla logica cannibale che il mio amico diventa subito il mio nemico. Noi ci chiamiamo Partito democratico. Non dobbiamo essere fedeli alla ditta, ma leali alla comunità Se ci saranno le primarie, se saranno aperte e libere, se ci sarà qualcuno di noi nella partita, quando le avremo perse noi, dal giorno dopo, saremo alla stanga di chi le ha vinte. E speriamo che la stessa cosa facciano anche dall'altra parte, putacaso che si possa vincere noi».

Bersani: evitare l'eccesso del correntismo
Intanto Pier Luigi Bersani ha lanciato le primarie «aperte» a tutto il centro-sinistra, anche se l'espressione "di coalizione" non l'ha mai pronunciata mai. Il segretario del Pd parla di «novita» per il Pd, anche da un punto di vista statutario, che «mettano in sicurezza il partito per evitare l'eccesso del, «non lo chiamerò feudalesimo, ma correntismo». Assicura che le primarie «finché ci sono io, non saranno mai una rissa». Invita a non tirare la giacca al Pd ma, piuttosto a «fare il Pd». Siamo a un certo punto del lavoro e dobbiamo proseguire, ha detto Bersani, «pensando che il Pd possa essere un soggetto politico che rinverdisce quella antichissima tradizione» della sinistra, «ma nelle condizioni nuove» senza per questo «essere invasi dalla società civile ma per darle una mano, in maniera non furbesca ma perimetrando il nostro limite» e, comunque respingendo «il populismo».

A Roma la Calvo scuote l'assemblea: basta con le guerre per bande
Intanto da Roma «Basta con le guerra per bande che infiacchiscono la buona azione locale», scandisce Iaia Calvo, sindaco di Orta Nova, in provincia di Foggia, una dei firmatari dell'appello degli amministratori locali in sostegno di Pier Luigi Bersani. «La gente non capisce la guerra per bande e si danneggiano gli amministratori locali che spesso non ne fanno parte», sottolinea. Calvo ne ha anche per la strategia sulle alleanze. «Voglio che il Pd abbia coraggio, smetta di trattare per paura e calcolo, non faccia più scelte al ribasso e usi il pallottoliere per le alleanze», spiega, invece «scelga persone oneste, uomnii e donne capaci di entrare in empatia con le persone».

Rossi: se Renzi pensa di essere la maggioranza lo dimostri
Se Matteo Renzi pensa di essere «maggioranza» nel Pd lo dimostri presentandosi alle primarie, ma senza «pensare di conquistare» la guida del partito con gli elettori di centrodestra perché «sarebbe un delitto», sostiene Enrico Rossi (Pd), in un post pubblicato su Facebook.

Regia della convention di Firenze a Giorgio Gori

A Firenze la regia della convention è affidata a Giorgio Gori: l'ex dirigente Mediaset, ora iscritto al Pd, che ha stilato personalmente la scaletta. Quattro minuti a testa, con una scaletta che sembra tenere conto dell'importanza del Comune amministrato e della carica. Tra i primi a parlare, i tre sindaci presenti di Comuni di medie dimensioni: Diego Guerrini, sindaco di Gubbio, Angelo Fasulo, sindaco di Gela, e Andrea Ballaré, sindaco di Novara. A prendere la parola, nella mattinata, anche Giacomo Leonelli, presidente del Consiglio provinciale di Perugia e Patrizia Prestipino, assessore della Provincia di Roma. Poi, dai Comuni più piccoli, Simone Bigotti, sindaco di Borgoratto (Al), Stefano Sermenghi, sindaco di Castenaso (Bo) e Lorenzo Bacci, sindaco di Collesalvetti (Li) e Dario Parriini, sindaco di Vinci (Fi).

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