Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 23 giugno 2012 alle ore 10:38.

My24

Con l'adozione del Six-Pack, la Ue ormai può controllare in modo molto più globale gli squilibri economici, nello specifico in materia di evoluzione dei costi salariali unitari, compresi i salari. Tuttavia, una vera volontà politica, espressa da un numero adeguato di Stati membri, si renderà necessaria per adottare misure più proattive, per spianare la strada a un miglior coordinamento delle politiche salariali, tenendo conto di tutte le parti in causa, ivi compresi i partner sociali.
Ciò nonostante, pur rispettando la sovranità nazionale in materia, un miglior coordinamento delle politiche fiscali potrebbe giovare alla zona euro nel suo complesso: di fatto, essa scongiurerebbe un "livellamento dal basso", contrario all'interesse generale dei Paesi europei, in particolare in un periodo in cui i deficit e i debiti pubblici sono considerevoli.

Le differenze fiscali tra gli Stati membri sono naturali: più sono grandi i mercati, più forte può essere il loro peso fiscale sulle società. Tuttavia, l'instaurarsi di un mercato interno europeo sempre più grande si è accompagnato a un forte ribasso del livello medio di questo onere fiscale. Questa evoluzione contraddittoria e controproducente è dovuta unicamente alla concorrenza fiscale non coordinata sopraggiunta nella Ue nel corso degli ultimi decenni. Sarebbe dunque utile anche qui promuovere un coordinamento maggiore, sulla base di una visione più globale dell'economia europea.
La situazione della Spagna infine ci ricorda che l'attuale crisi è una crisi dei debiti sovrani, ma anche una crisi bancaria molto grave. Esiste infatti un legame diretto tra la crisi bancaria e quella dei debiti sovrani: le banche possiedono obbligazioni emesse dai loro Paesi d'origine e gli Stati si assumono soltanto loro la responsabilità di risollevare le proprie banche nazionali.

Purtroppo, la semplice ratifica del Tscg non consentirà di spezzare il circolo vizioso che queste due crisi stanno creando.
Si rende dunque necessario cercare di risolvere la crisi bancaria a livello europeo per poter applicare nello stesso modo il principio di solidarietà-reponsabilità al settore bancario. Ciò oggi potrebbe essere realizzato autorizzando l'Efsf (Fondo europeo per la stabilità finanziaria) e l'Esm (Meccanismo europeo di stabilità) ad accordare prestiti diretti alle banche in difficoltà. Questa iniziativa dovrebbe essere accompagnata anche dalla decisione di creare un sistema europeo di assicurazione dei depositi. Inoltre, la soluzione della crisi bancaria è strettamente collegata alla supervisione bancaria: è per questo che la decisione di affidare alla Ue la responsabilità di salvare le banche nazionali deve essere associata a un rafforzamento dei poteri europei di controllo e di supervisione delle banche che abbia una dimensione sistemica. Questi sforzi per stabilizzare il settore bancario sono indispensabili, se l'obiettivo primario è quello di stimolare la crescita, in quanto tale settore ha un'influenza enorme sulla capacità di farci raggiungere tale obiettivo.

Antonio Vitorino è stato commissario Ue alla Giustizia
e agli affari interni ed è presidente di Notre Europe
(Traduzione di Anna Bissanti)

Shopping24

Dai nostri archivi