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Questo articolo è stato pubblicato il 26 giugno 2012 alle ore 22:40.

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La Russia , d'altronde, ha già effettuato un prestito di 2,5 miliardi di dollari alla fine del 2011.

Chiamarlo protettorato russo è forse troppo, ma è indubitabile che Cipro abbia comunque legami molto solidi con Mosca. I residente russi sono addirittura 50mila, su un popolazione che non raggiunge il milione di abitanti. E Cipro è il secondo, in alcune momenti è stato anche il primo, investitore straniero in Russia. Semplicemente qui molti magnati russi – e in qualche caso spregiudicati e oscuri businessman - aprono conti e poi rispediscono in patria i capitali investiti.

La presidenza di turno della Ue: una tragica coincidenza
Per un Governo sovrano chiedere soldi, mostrando al mondo le proprie difficoltà non è mai facile, ma a rendere il boccone ancora più indigesto è quella che il portavoce del Parlamento cipriota , Yiannakis Omirou, ha definito in un'intervista alla radio di Stato una «tragica coincidenza». Il primo di luglio Cipro assumerà la presidenza di turno dell'Unione europea. Il giorno dopo il 30, termine ultimo per trovare 1,8 miliardi per salvare la Popular bank.
Cipro è entrata nell'Unione europea nel 2004, e dal 1° gennaio del 2008, ha adottato l'euro. Politici e gente comune non hanno mai nascosto la loro spiccata vocazione europea.

Banche in difficoltà
La storia della banche cipriote, soprattutto della Popular bank è simile a quella di altri istituti europei oggi in difficoltà. Grazie all'enorme flusso di capitali stranieri piovuti nell'ultimo decennio sull'isola, le banche - i depositi rappresentano circa il 600% del Pil - hanno diversificato il portafoglio acquistando titoli di Stato greci e accollandosi prestiti a famiglie o imprese. Le ultime vicende che hanno travolto Atene sono ormai cosa nota. Molti dei prestiti versano in sofferenza. Sul valore dei titoli di Stato greci è inutile soffermarsi.
Ma se sembra che la Banca di Cipro , il primo istituto, sia riuscita a ricapitalizzarsi, grazie anche all'intervento dei privati, lo stesso non è avvenuto per la Popular bank e , si vocifera, per altri istituti di credito.
Benzina sul fuoco. Perché gli scorsi giorni l'agenzia di rating Fitch ha deciso di tagliare il giudizio sul merito di credito di Cipro al livello BB+ da BBB - con outlook negativo. Cipro diventa dunque emittente speculativo con un livello "junk (spazzatura).

A pesare sul rating di Nicosia è l'aumento dell'ammontare di capitale che le banche del Paese dovranno richiedere rispetto alla precedente stima fatta a gennaio. Sempre secondo Fitch le banche cipriote avranno bisogno di un'iniezione di liquidità in grado di raggiungere 4 miliardi di euro, vale a dire il 23% del pil di Cipro. Qualche giorno fa Moody's aveva abbassato il rating di Cipro a Baa3, nella categoria speculativa. La Banca Centrale Europea, infine, ha fatto sapere in una nota che non accetterà più i titoli di Stato di Cipro come collaterale per le operazioni di finanziamento. «Il rating - ha chiarito l'Eurotower - non rispetta più i requisiti minimi».

Deficit e disoccupazione
Ora il Governo di sinistra cipriota ha bisogno quanto prima dei fondi. Si è impegnata a riportare il rapporto deficit Pil entro il 3% nel 2012. Un'impresa non da poco; nel 2010 era sopra il 5% e nel 2011 al 6,8 per cento. È altresì necessario arginare quella che sta diventando un fenomeno prorompente, non familiare in quest'isola: la disoccupazione. Nel 2008 il tasso ufficiale dei senza lavoro era al 4%, nel 2012 ha già toccato le due cifre il 10 è per cento.

Ricette non facili
Ma dove tagliare? Il problema non è da poco. Qui, a Cipro fonti vicine al governo insistono che non bisogna toccare il regime di imposte alle imprese. Alzarlo sarebbe un suicidio, perché disincentiverebbe gli investimenti stranieri. Ma toccare i dipendenti pubblici – che godono di di diverse agevolazioni tra cui in sistema di scala mobile - è una misura che, per quanto necessaria, nessuno vuole accollarsi. In generale la via dell'innalzamento delle tasse suscita molte perplessità, e parecchi timori. Pur rappresentando un altissimo costo per le casse dello Stato –che paga le loro pensioni ricorrendo alle tassazione - i sindacati , che qui sono particolarmente potenti e agguerriti, scenderebbero sul piede di guerra.
Qualcosa, tuttavia, dovrà esser fatto. E sarà una misura dolorosa per i ciprioti. Mosca e Pechino non sono disinteressati filantropi. E Bruxelles , comunque, richiederà che il governo di Cipro sia pronto a fare dei sacrifici.

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