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Questo articolo è stato pubblicato il 27 luglio 2012 alle ore 06:36.

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Nessuno se l'è sentita ieri di escludere la possibilità che il presidente Draghi abbia in mente, tra le misure straordinarie per domare gli spread tra BTp, Bonos e Bund, anche il disco verde all'Esm (il fondo di stabilità permanente che dovrebbe vedere la luce tra fine settembre e inizio ottobre) come controparte nelle operazioni di rifinanziamento presso l'Eurosistema. Questa evoluzione del firewall è stata già bocciata la scorsa primavera dalla Bce (supportata da parere legale) in quanto ritenuta "fuorilegge": lo statuto della Banca centrale europea, infatti, vieta espressamente l'erogazione di prestiti a Stati, enti locali e territoriali e istituti pubblici. L'escalation straordinaria della crisi dell'euro, tuttavia, consentirebbe alla Bce di interpretare in maniera meno restrittiva le regole del gioco, senza macchiare la propria reputazione.

La licenza bancaria all'Esm sarebbe dunque una novità: apripista le recenti dichiarazioni del governatore della banca centrale austriaca Nowotny.
La dotazione di una licenza bancaria all'Esm garantirebbe al fondo di stabilità permanente la massima flessibilità perché gli consentirebbe di raccogliere denaro in tempo reale (anche giornalmente) per importi molto rilevanti, attingendo alla vasta gamma di operazioni di rifinanziamento messe a disposizione dalle 17 banche centrali dell'Eurosistema per le istituzioni finanziarie. Una delle principali rigidità dell'Efsf e dell'Esm è data dalla necessità di dover raccogliere preventivamente sui mercati (tramite emissioni di bond oppure aste di T-bill) le risorse da impiegare: i tempi e le dimensioni dei collocamenti rendono poco efficace l'attivazione dello scudo anti-spread, in quanto gli acquisti dei titoli di Stato sul primario e sul secondario vengono rallentati e scadenzati dai limiti del funding a monte.

L'Esm potrebbe divenire controparte della Bce senza violare alcun trattato: la Bei e la Kfw (la Cdp tedesca) sono istituzioni non private, in quanto possedute dagli Stati, eppure abilitate dalla Bce come controparti a finanziarsi con l'Eurosistema. Lo statuto della Bei era predisposto per la licenza bancaria e l'attività di raccolta tramite le linee delle banche centrali: per questo la Bei non ha dovuto richiedere formalmente alla Bce di divenire controparte dell'Eurosistema. La Bei non ha utilizzato finora questo canale di raccolta in quanto è in grado di finanziarsi a costi competitivi, per importi consistenti, sul mercato dei capitali.

La licenza bancaria rilasciata all'Esm e i conseguenti finanziamenti tramite l'Eurosistema, tuttavia, non sarebbero l'equivalente di una leva. Stando al parere degli esperti della materia, l'Esm - con o senza licenza bancaria - non potrebbe comunque sforare il tetto dei 500 miliardi fissato dai suoi 17 Stati azionisti sulla sua capacità di intervento. L'Esm potrebbe acquistare i titoli di Stato e riutilizzarli come collaterale per ottenere finanziamenti presso la Bce per pari importo. Oppure l'Esm potrebbe emettere virtualmente Esm-bond (come fanno adesso le banche con l'emissione virtuale di cartolarizzazioni) per poi utilizzarli come collaterale presso la Bce: in entrambi i casi, tuttavia, il tetto massimo rimarrebbe 500 miliardi (e 700 miliardi totali di attività congiunta con l'Efsf).

La licenza bancaria non risolve infine il problema della ricaduta negativa che potrebbero avere gli acquisti dell'Esm, in qualità di creditore privilegiato, sui titoli di Stato. La Bce è creditore privilegiato, come l'Fmi: lo status di Eurotower è emerso quando, nell'ambito della ristrutturazione dei titoli di Stato greci, i bond ellenici nel suo portafoglio (per circa 45 miliardi) sono stati esclusi dallo swap e sono risultati indenni all'haircut imposto ai creditori privati. In questi giorni sono circolate voci sulla possibilità che un prossimo eventuale default della Grecia, questa volta nei confronti dei creditori "official", non risparmierebbe la Bce, che sarebbe chiamata a coprire le perdite tramite ricapitalizzazione. Gli acquisti del Securities markets programme della Bce hanno dunque un effetto collaterale indesiderato: creano la subordinazione dei possessori dei titoli di Stato. L'Esm, salvo ripensamenti da parte dei suoi azionisti, conserverà lo status di creditore privilegiato nella sua attività di scudo anti-spread, allineandosi alla Bce. Diversamente da quanto accada agli Stati garanti dell'Efsf e in linea con gli interventi della Bce, tuttavia, i prestiti/debiti dell'Esm non faranno aumentare il debito pubblico degli Stati azionisti.

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