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Questo articolo è stato pubblicato il 03 agosto 2012 alle ore 06:36.

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Draghi ha inolte fatto riferimento, senza specificarle, a ulteriori misure, fra cui potrebbe esserci un nuovo allentamento dei criteri per il collaterale presentato dalle banche alla Bce per ottenere finanziamenti e una terza fornitura di liquidità a lungo termine (Ltro), e precisato che le modalità verranno definite nelle prossime settimane, un particolare che ha particolarmente allarmato i mercati, dove si riteneva che la Bce fosse pronta a intervenire immediatamente.
Esclusa poi la possibilità che l'Esm, «nella sua forma attuale», possa accedere ai finanziamenti della Bce, una proposta di cui si è parlato molto nei giorni scorsi a livello europeo e che viene ritenuta il modo più efficace per aumentare le risorse del fondo, ora limitate a 500 miliardi di euro. Draghi ha ricordato un parere legale contrario, emesso recentemente dalla Bce, ma ha anche riconosciuto che la decisione di dare una «licenza bancaria» all'Esm tocca ai Governi.
Quanto ai tassi d'interesse, un nuovo taglio, dopo quello di 25 punti base decretato a luglio, che ha portato il tasso principale di rifinanziamento allo 0,75% e quello sui depositi delle banche presso la Bce a 0, è stato discusso dal Consiglio, ma questo ha deciso all'unanimità che non era il momento per quanto riguarda il tasso refi, mentre portare il tasso sui depositi in territorio negativo «condurrebbe in acque inesplorate», ha detto Draghi. Lasciando quindi aperta la possibilità che il primo venga ulteriormente ridotto a settembre (quando la Bce avrà pronte le nuove previsioni sull'economia dell'Eurozona), come era atteso dai mercati, ma escludendo a quanto pare una riduzione del secondo. Nell'attuale situazione degli spread e di frammentazione dei mercati, gli effetti della politica monetaria non si trasmettono a tutta l'Eurozona.
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LA LUNGA SETTIMANA DELL'EUROPA
Il discorso di Londra
Giovedì 26 luglio Mario Draghi dice che la Bce è «pronta a tutto» per difendere l'euro, e sottolinea che tenere sotto controllo gli squilibri nei rendimenti dei titoli di Stato rientra nel mandato dell'istituto centrale nella misura in cui altera la trasmissione dei canali di politica monetaria
«Endorsement» franco-tedesco
Il giorno seguente al discorso di Londra, Angela Merkel e François Hollande (nella foto a destra) firmano un comunicato congiunto che dà sostegno alle parole di Mario Draghi. Germania e Francia, vi si legge, «sono determinate a fare tutto il possibile per proteggere l'integrità della zona euro»
Il gelo di Bundesbank
In un'intervista pubblicata sul sito della Banca centrale tedesca il suo presidente Jens Wiedmann (nella foto) ribadisce che la Bce deve essere consapevole che la sua indipendenza richiede «il rispetto, e non il superamento, del mandato». E aggiunge: «Quello che è politicamente desiderabile non sempre corrisponde a ciò che è economicamente prudente». Ricorda infine che quella tedesca «non è solo una delle 17 banche centrali dell'Eurozona, ma la più grande e la più importante e ha una maggiore influenza delle altre». Ieri Weidmann è stato l'unico membro del Consiglio Bce a esprimere una riserva

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