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Questo articolo è stato pubblicato il 08 agosto 2012 alle ore 13:40.

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Alex Schwazer durante la conferenza stampa (Afp)Alex Schwazer durante la conferenza stampa (Afp)

Chiedono ad Alex se si è sentito lasciato solo. «Ho fatto tanti anni di sacrificio, stavolta ho sbalgiato e finisce qua. Bisogna fare uno più uno e sentire più di un atleta». Infine la medaglia dell'onestà: «Il problema quest'anno è stato che io volevo fare tutte e due le distanze,a tutti i costi. Sulla 50 km, sono convinto che se sono al top della mai condizione vinco. La 20 km è una gara diversa. Purtroppo nella vita uno deve fare solo quello che sa fare, altrimenti come nel mio caso si sbaglia».

Schwazer lascia andare la fama e cambia idea sulla fame. «All'inizio pensavo che chi viene da un Paese povero ha più voglia di farcela, lì la gente ha meno scelta: deve andare forte. Ho sempre pensato che questo fosse un mio svantaggio invece il mio era un vantaggio perché ti toglie tanta tensione addosso. Vivo in un Paese bello, qua in provincia si sta bene, non siamo dei morti di fame, a confronto di tante altre nazioni. Oggi perdo tutto ma nel mio piccolo non cambia niente, la mia vita di ogni giorno non cambierà», Questo quotidiano di provincia in Alto Adige si fa sempre più irresistibile: «Oggi sento il dramma e il peso che ho dentro ma per me è importante dire che non tornerò più. Voglio una vita vera».

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