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Questo articolo è stato pubblicato il 31 agosto 2012 alle ore 16:56.

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Dimitar BerbatovDimitar Berbatov

Omaggio all'Udinese che non va in Champions, battuta dai portoghesi del Braga che si sono mostrati superiori. Guidolin ne fa un dramma e si accusa. Noi crediamo molto più prosaicamente che non si possano perdere Asamoah e Isla e poi pretendere l'impossibile. Pozzo ha fatto una scelta e lo sa bene: con quel che passa oggi il convento bianconero friulano, l'Europa League è già un lusso.

Omaggio ad Alfredo Provenzali
Il campionato è iniziato e a bordo campo non c'è più Alfredo Provenzali. Un altro degli uomini senza volto che hanno accompagnato le nostre domeniche di appassionati di calcio ci ha lasciati nello scorso mese di luglio. La storica voce di tutto il calcio minuto per minuto ha cullato i sogni di tanti appassionati, bella e pulita fino all'ultimo istante, in un calcio ormai senza classe e senz'anima. L'omaggio doveroso alla sua memoria, all'eleganza istintiva del suo eloquio, al senso di sportività che emanava dai microfoni, è motivo di sprone per i bravi colleghi che oggi hanno raccolto il suo testimone, ultimi e appassionati narratori della novella del pallone in un mondo di eccessi e di infiniti replay di immagini.

La domenica sportiva ha 58 anni e li dimostra tutti
C'è modo e modo di invecchiare. Un'altra trasmissione storica ha ripreso il suo cammino. Anzi, la trasmissione storica, essendo la domenica sportiva, nata nel 1954 con la tv italiana. Anch'essa è un rito officiato da decine di bravi professionisti: Enzo Tortora, Beppe Viola, Sandro Ciotti, Carlo Sassi che 45 anni fa introdusse la moviola.
Ma ora ciò che resta, sia detto senza lacuna nostalgia o passatismo, è proprio un'unica sequenza alla moviola. La prima puntata del nuovo anno è stata lenta, inesorabilmente lenta, senza ritmo, con la riproposizione di vecchi schemi e nessuna novità.
Un dato di cronaca essenziale: la sintesi dell'ultima partita di serie A è stata proposta dopo oltre due ore di trasmissione, mettendo a dura prova la resistenza dei tifosi di Genoa e Cagliari.

Anche Gene Gnocchi, tornato in forze a tempo pieno, non è parso particolarmente ispirato. La sua verve s'è spenta in uno studio dove ciascuno recita a soggetto.
Non ti curar di lor, questo è il motto degli esperti che si parlano l'uno addosso all'altro, ottenendo il risultato di rendere incomprensibile il discorso altrui. Ivan Zazzaroni non muove muscolo facciale e non vuol sentire ragione, impegnato nelle proprie elucubrazioni, interrotte solo dalla ritmica sistemazione della bianca e folta criniera; Adriano Bacconi, l'analista tattico con la sua voce e i suoi schemi pare un robot; Fulvio Collovati s'impermalosisce per un nonnulla. I loro sguardi fissi sull'occhio della telecamera, come se stessero proponendo i comandamenti del calcio unico, risultano alla fine l'unica dose involontaria di umorismo della trasmissione.

Emiliano Mondonico è parso il solo a mostrare di comprendere le esigenze di noi, poveri telespettatori. Il simpatico allenatore ha mostrato di reggere con spirito l'unica vera gag proposta da Gene Gnocchi che lo rimproverava in sequenza di sussurrargli un'opinione e proporne un'altra per convenienza.
È bene vero che il calcio è l'arte dell'opinabile e che la chiacchiera è il liquido entro il quale nuota la passione sportiva, ma la domenica sportiva ha superato ogni limite, proponendo un fiume scomposto di gesti assertivi. Né la conduttrice Paola Ferrari pare in grado di reggere l'immane peso dei suoi verbosi ospiti, invano invocando ordine con lo sguardo fisso alla telecamera, troppo rigida nel suo carico di belletti.

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