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Questo articolo è stato pubblicato il 13 settembre 2012 alle ore 12:20.
L'ultima modifica è del 13 settembre 2012 alle ore 11:28.

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Paesi Ue "prigionieri" dell'Euro
Preceduto dalla proiezione di uno spezzone del film "Tutti a casa", classico di Luigi Comencini con Alberto Sordi protagonista (la scena, del soldato tedesco che vorrebbe essere preso prigioniero dagli italiani sbandati, senza successo) - ma senza intenti polemici, sottolinea Paolazzi con riferimento alle ultime scelte della Corte costituzionale tedesca: «La Germania ha dovuto arrendersi all'evidenza di essere prigioniera, come noi, dell'euro. Un bagno di realtà» - il XV° rapporto Csc registra con soddisfazione i progressi «impressionati» dei nostri conti pubblici.

Conti pubblici, molti progressi
Il saldo primario, innanzitutto, sale infatti «al 4% del Pil nel 2013, il più elevato tra i paesi avanzati; era nullo nel 2010», proiettando l'Italia verso il pareggio di bilancio nel 2013. Il Csc - si legge ancora - «stima un indebitamento netto pari al 2,1% del Pil per il 2012 e all'1,4% per il 2013. Il nuovo scenario sconta, rispetto alla previsione di giugno scorso (2,6% del Pil quest'anno e 1,6% il prossimo), il peggioramento del quadro economico e incorpora gli effetti finanziari del Dl 95 del 2012 quindi lo slittamento dell'aumento dell'Iva da ottobre 2012 a luglio 2013 e i tagli di spesa previsti per la copertura». Buone notizie anche per quanto riguarda la nostra bestia nera, l'indebitamento, che «sarà più basso di quello previsto a giugno per effetto di una minore spesa per interessi dovuta alla riduzione della vita media del debito. In termini strutturali, il deficit pubblico sarà allo 0,7% del Pil quest'anno e allo 0,2% il prossimo».

Spiragli per la primavera 2013
Tra tanti dati negativi e in flessone, il rapporto Csc trova anche qualche spiraglio di ottimismo per la prossima primavera, quando in Italia ci saranno anche le elezioni su cui al momento pesano fattori di incertezza: «non è chiaro al momento con quali norme si andrà al voto e se queste garantiranno il formarsi in tempi rapidi di una maggioranza stabile e riformista». Secondo il Csc, «l'andamento del complesso degli indicatori congiunturali costringe a spostare in avanti la svolta ciclica, la quale non si è manifestata con nitidezza». Tra il secondo e il terzo trimestre del 2013 è dunque attesa una svolta ciclica, dal momento «A comprimere la domanda interna ha contribuito quest'anno anche l'elevata incertezza». Una volta che si sarà attenuata l'incertezza, il Csc conta su «un miglioramento del mercato interno al quale daranno un apporto nel 2013 anche gli effetti meno restrittivi delle politiche di bilancio». Un contributo dovrebbe arrivare anche dallo scudo anti-spread della Bce.

Squinzi (Confindustria): «situazione molto grave»
Per il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, che ha incontrato i giornalisti a margine della presentazione del rapporto, «gli ultimi dati «confermano che la situazione é molto grave ma ci sarà un miglioramento a fine anno: vediamo l'arresto della battuta nel 2013, da lì può ripartire la ripresa». Nell'immediato, in una situazione così difficile, ha aggiunto Squinzi, «dobbiamo tutti rimboccarci le maniche e lavorare di più, ma senza questo governo, saremmo stati sicuramente molto peggio e non solo noi, ma tutta l'europa». Confermando l'apertura degli industriali all'ipotesi di modificare l'accordo con i sindacati del giugno 2011 sulla produttività, Squinzi ha poi riconosciuto che «da parte sindacale c'é una grande consapevolezza della gravità della situazione». «Siamo aperti - ha concluso - a tutte le possibilità, parliamo continuamente con i sindacati però riteniamo che anche il Governo debba e possa dare un contributo».

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