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Questo articolo è stato pubblicato il 29 settembre 2012 alle ore 09:45.

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Sono trevigiano e mi dispiace moltissimo per tutti i tifosi che nel corso degli anni hanno tifato Sisley, attaccandosi alla maglia e, inevitabilmente, a un marchio. Di Roma, detta come va detta, non mi interessa un granché. Perché Roma ci ha già abituato a degli spunti che non hanno portato lontano. I soldi del Giubileo sono serviti a finanziare una squadra che ha vinto uno scudetto e poi è sparita completamente. Insomma, è un esempio che non ci sta. La cosa che invece mi interessa è che in un momento di difficoltà, ci siano state nel torneo femminile delle fusioni, vedi Asystel Novara con Villa Cortese, che stanno cercando di far sopravvivere un prodotto fantastico, unico, in cui il campionato di vertice rappresenta la punta di una piramide che può contare su basi solidissime. La pallavolo femminile è il primo sport giocato in Italia, si deve ripartire da qui.

Giocatori che vanno, giocatori che vengono. L'Italia non è più l'America, nemmeno per la pallavolo. Quali i campioni che hanno deciso di lasciare l'A1 per dare spettacolo oltre confine? Chi ci mancherà di più?
Non ne voglio parlare. Intanto perché sono fondamentalmente un italianista e un tricolorista. Ho avuto la possibilità di andare a giocare sia in Brasile, sia in Giappone, ma sono rimasto attaccato a casa. Questo per dire che preferisco comunque sperare che ci siano nuovi talenti che possano crescere raccogliendo con la loro maglia tutti gli acari che ci sono nei palazzetti. Per vederli magari un giorno nella Nazionale di Berruto, che sta creando i presupposti per rendere più efficace il lavoro sul territorio.

Argento agli Europei 2011, bronzo alle Olimpiadi di Londra. Il ct Berruto è riuscito a costruire una squadra vincente. Come sfruttare al meglio il patrimonio di talento del volley azzurro?
Berruto è stato bravo a sfruttare il momento. L'Italia non è una squadra vincente, è una squadra che ha vinto. Ora il ct deve programmare e costruire per dare forma a una squadra che col tempo potrebbe diventare vincente. A patto però che ci sia la voglia di cambiare in vista di Rio 2016. Il bronzo di Londra ce lo teniamo stretto, ma deve essere il punto di partenza. Abbiamo bisogno di programmare, ecco tutto. Anche a costo di fare una magra figura agli Europei. Sarà difficile, perché l'ossatura è molto importante, ci siamo, ma dobbiamo cercare nuovi centrali e, più un generale, un nucleo di una ventina di atleti nuovi, freschi, che vogliano conquistarsi un posto e il loro futuro con la maglia azzurra.

Chi vede tra le protagoniste della stagione 2012-13? Tre squadre che si giocheranno lo scudetto o che almeno faranno del loro meglio per arrivare fino in fondo...
Domenica prossima avremo già la possibilità di testare il polso delle due formazioni, Macerata e Trentino, che si giocheranno a Modena la Supercoppa italiana. Nel prossimo campionato, non ci sarà più il V-day, vincerà quindi la squadra più forte al termine dei playoff. Macerata parte da favorita, non ci sono dubbi. Leggermente più sotto vedo Trento, che può contare sul miglior giocatore al mondo, vale a dire Osmany Juantorena, che spero possa presto giocare nella Nazionale di Berruto. Subito dopo, metto Cuneo e Piacenza.

Ieri è arrivata la conferma. Vigor Bovolenta è morto per un'aritmia congenita. A distanza di 6 mesi dal tragico fatto di Macerata, si può dire che si sta facendo il possibile per evitare il ripetersi di episodi del genere?
Vigor aveva fatto tutti gli esami del caso. Sapeva dell'aritmia e aveva per questo fatto tutto il necessario per scongiurare altri problemi. L'arresto cardiaco, preso come tale, deve comunque essere uno spunto di riflessione. Ci sono state a proposito delle campagne di informazione e credo ce ne saranno altre nei prossimi mesi. Dobbiamo fare il possibile per prevenirlo, anche se è difficile. Invece, diventa ancora più importante la formazione. Dall'allenatore del minivolley a tutte le persone che hanno a che fare con gli atleti, grandi o piccoli che siano, tutti devono arrivare a capire come mantenere in vita un cuore in attesa che arrivi un defibrillatore. Che deciderà poi lui se salvare o meno la vita di chi è a terra. Perché sono situazioni della vita che possono capitare, in un senso o nell'altro. Ciò detto, per la prima volta in assoluto nella storia delle Olimpiadi, una squadra è salita sul podio con la maglia di un'atleta scomparso. E' stato bellissimo. Per noi pallavolisti è un'emozione ogni volta che ne parliamo.

I suoi tifosi ci sperano da tempo. Prima o poi tornerà a occuparsi di pallavolo da protagonista?
Non lo so. Pare che vogliano organizzare un Mondiale master a Torino, potrebbe essere un'occasione per tornare in pista, sebbene abbia degli acciacchi mica da ridere e i capelli non riescano più a stare dritti se non con l'aiuto di prodotti chimici. Tornare sul campo da allenatore o dirigente? Sono un cavallo a briglia sciolta, non scendo più a compromessi. Faccio promozione sul territorio, voglio stare in mezzo ai bambini (ndr, presto in tv la nuova serie di Spike Team), voglio decidere come fare squadra, senza alcun tipo di alterazione politica.

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