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Questo articolo è stato pubblicato il 29 settembre 2012 alle ore 08:45.
L'ultima modifica è del 29 settembre 2012 alle ore 10:31.

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Nella foto lavoratori in Piazza della Repubblica a Roma con maschere che si ispirano ai travestimenti dei consiglieri della Regione Lazio durante le festeNella foto lavoratori in Piazza della Repubblica a Roma con maschere che si ispirano ai travestimenti dei consiglieri della Regione Lazio durante le feste

La complessità è il paradiso dei parassiti. Ci vogliono poche spese ma chiare.

3. I problemi legali e la gogna dei recalcitranti. Indubbiamente alcune delle proposte che seguono avranno problemi legali di cui non ho tenuto conto. Questo è un buon segno: se così non fosse, non sarebbero abbastanza incisive. Ma il Governo non deve farsi fermare da problemi legali. Nel 2006 Tremonti chiese alle Regioni di tagliare i compensi ai consiglieri regionali. Bassolino, allora governatore della Campania, fece ricorso alla Corte Costituzionale e vinse. Quasi nessuno ne seppe niente. Il governo deve istituire una gogna mediatica, un website con l'elenco di tutti coloro che si oppongono alle sue proposte e fanno ricorso ai suoi provvedimenti. Gli elettori decideranno se sono ricorsi giustificati.

Con queste tre premesse, ecco le proposte. Si dividono in quattro gruppi: sui finanziamenti ai partiti, sulla spesa degli organi regionali, sulla spesa della politica nazionale, e sugli stipendi dei dirigenti pubblici.

1.Abolire il finanziamento pubblico ufficiale. Il finanziamento pubblico dei partiti non va ridotto: va abolito, in tutte le sue numerose forme. Per rispetto della volontà popolare, ma anche perché è anacronistico. Anche quando viene usato legalmente, la maggior parte finisce in attività che non servono a mantenere il contatto con la gente e la democrazia, dai manifesti illegali che deturpano le città a cene e convegni inutili. E nessuna di queste attività potrà mai essere controllata nel merito da un revisore contabile. In ogni caso, nell'era di Internet non ce n'è più bisogno.

2.Abolire il finanziamento pubblico occulto. Molte sovvenzioni ai partiti sono nascoste o indirette. I contributi statali ai giornali di partito, quasi tutti minuscoli, vanno aboliti. Alle aziende a partecipazione statale e agli enti pubblici (per esempio, Ferrovie o Regioni) non deve essere consentito di fare pubblicità sui giornali di partito, né sponsorizzare convegni o manifestazioni di partito o che coinvolgano politici od esponenti di partito. I partiti non potranno comprare o affittare le proprie sedi da aziende o entità pubbliche.

3.Abolire i contributi ai giornali non di partito. Questa è una condizione minima di equità, e necessaria per evitare di aggirare la proibizione di finanziamenti pubblici ai partiti.

4.Su Internet i contributi ai partiti. I partiti si finanziano con contributi volontari, da mettere in rete, eventualmente sopra una certa soglia (1000 euro), ed eventualmente garantendo l'anonimato sotto una soglia maggiore: il pubblico deve sapere se un grande magnate della finanza o dell'industria ha un ruolo prominente nella finanza di un partito. Qui sì che le società di revisione saranno utili, perché dovranno solo controllare che le entrate siano registrate.

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