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Questo articolo è stato pubblicato il 29 settembre 2012 alle ore 08:45.
L'ultima modifica è del 29 settembre 2012 alle ore 10:31.

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Nella foto lavoratori in Piazza della Repubblica a Roma con maschere che si ispirano ai travestimenti dei consiglieri della Regione Lazio durante le festeNella foto lavoratori in Piazza della Repubblica a Roma con maschere che si ispirano ai travestimenti dei consiglieri della Regione Lazio durante le feste

5.Spese regionali: meno consiglieri ed assessori. Nelle Regioni c'è un problema di numeri e uno di compensi. I consigli e i governi regionali attuali sono enormemente sovradomentionati per il lavoro che devono fare. Una regione minuscola come il Molise ha 30 consiglieri, la Lombardia 80, il Piemonte 50, ma dai dati pubblicati ieri si evince che nel primo trimestre del 2011 23 consiglieri non hanno partecipato ad una sola seduta, e moltissimi altri a un massimo di 3 o 4 sedute. Chiaramente i consigli regionali hanno molto poco da fare. Il numero dei consiglieri regionali deve essere stabilito per legge, con un massimo di 40 nelle Regioni più popolose. Lo stesso per il numero degli assessori.

6. Niente sedute, niente compenso. Come abbiamo visto, oggi è praticamente impossibile sapere quanto guadagna veramente un consigliere in ogni regione. I compensi dei consiglieri regionali, provinciali e comunali vanno definiti per legge, e devono essere uniformi su tutto il territorio nazionale. Per evitare fenomeni come quello del Piemonte, lo stipendio di base è di 1.000 euro. Il resto dipende dal numero di sedute frequentate, fino a un massimo di, per esempio, 5.000 euro.

7.Due rimborsi forfettari, niente diarie o indennità. Oltre allo stipendio, consiglieri e assessori hanno diritto a due rimborsi forfettari. Uno per spese di viaggio: all'interno di una regione, 2.000 euro annui per chi abita a più di 50 chilometri dal capoluogo sono sufficienti. Nell'era dell'email, un compenso forfettario di 300 euro per spese postali e telefoniche al mese può bastare. Non vi sono altri compensi di alcun tipo: diarie, indennità e rimborsi sono aboliti; servono solo per aggirare le leggi e per rendere meno trasparenti i bilanci.

8.Un "x per mille per la politica locale".Per finanziare il funzionamento della politica comunale, provinciale e regionale si applica un'«addizionale Irpef dell'x per mille per la politica locale» alla dichiarazione dei redditi: ogni cittadino sa così esattamente quanto gli costano i politici locali. Se una regione o un comune vogliono pagare di più, devono farlo con un'apposita addizonale Irpef regionale o comunale ben in evidenza nella dichiarazione dei redditi.

9.Niente cumuli di posizione. Un trucco molto frequente (anche questo scoperto solo di recente) per rendere meno trasparenti le spese regionali è il cumulo di posizioni: si riduce il compenso per un consigliere, pubblicizzando al massimo il provvedimento, ma gli si consente di ricevere due compensi, uno come consigliere e uno come presidente delle innumerevoli commissioni. Per evitare questo, non sono consentiti cumuli di posizione.

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