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Questo articolo è stato pubblicato il 02 ottobre 2012 alle ore 14:59.

È stata la passione per il mare a portare Leonardo Ferragamo nelle braccia di Nautor's Swan, il cantiere finlandese che produce, secondo molti, le Rolls Royce del mare. O le Bentley, secondo altri.
«Ho sempre amato andare per mare in barca a vela. Il mio primo Swan lo comprai anche perché volevo a tutti i costi partecipare a una Swan Cup – racconta Leonardo Ferragamo, oggi presidente del cantiere, acquistato nel 1998 –. Trovavo affascinante una competizione che univa decine e decine di armatori Swan, persone che anche senza conoscersi condividono l'innamoramento per le proprie barche e probabilmente una certa visione del mare e del mondo. La Swan Cup, che si tiene ogni due anni e dal 1980 è sponsorizzata da Rolex, il marchio del lusso in assoluto più impegnato nella vela, è arrivata alla diciassettesima edizione e continua a essere un evento internazionale, che ci aiuta a confrontarci con i nostri armatori, a stabilire con loro relazioni più forti e, perché no, a farci venire nuove idee per rafforzare la community Swan».
Per Nautor's Swan – il cui amministratore delegato è Enrico Chieffi – il 2012 è stato un anno eccezionale: il fatturato arriverà a 38 milioni e negli ultimi 12 mesi il portafoglio ordini ha permesso al cantiere di viaggiare a piena capacità produttiva, con la sede di Pietarsaari interamente occupata da nuovi scafi in costruzione e da importanti progetti di restauro. «Dal 1966, quando Pekka Koskenkyla fondò il cantiere, Nautor's Swan ha prodotto circa 2mila barche a vela, dal primo 36 piedi fino al più grande, un 131 piedi – racconta Ferragamo – Oggi abbiamo più di 250 dipendenti, molti dei quali veri e propri artigiani, oltre a un gran numero di collaboratori, inclusi specialisti e consulenti. In questi 15 anni, inoltre, abbiamo investito molto in capacità produttiva: l'impianto storico di Kalby è dedicato alla costruzione degli stampi e alla laminazione di tutti gli scafi Swan, grazie a macchinari tecnologicamente avanzati e completamente automatizzati, come la "milling machine".
Nel 2002, inoltre, abbiamo aperto un nuovo impianto a Pietarsaari, vicino al mare, con l'obiettivo di realizzare una struttura sempre più tecnologica, supportata dai macchinari che garantiscono l'assemblaggio di yacht anche di grandi dimensioni, come il nuovo Swan 60 o il nuovissimo lo Swan 105 e anche oltre. Il terzo sito produttivo – conclude il presidente di Swan, che si divide tra Firenze e la Finlandia – è a Kronoby, dove esperti falegnami si dedicano alla preparazione artigianale degli interni in legno, diventati ormai una caratteristica distintiva di tutti gli Swan. I dettagli sono fondamentali: conserviamo un campione del legno utilizzato per ogni imbarcazione, per avere un riferimento preciso in caso di futuri adattamenti o riparazioni».
La Rolex Swan Cup 2012, che si è svolta a Porto Cervo, in Costa Smeralda, dal 10 al 16 settembre, ha visto la partecipazione di 65 barche di 12 Paesi, tra cui uno dei nuovissimi Swan 60, Bronenosec di Vladimir Luibomirov, commodoro dello Yacht Club di San Pietroburgo. «La Russia va veloce, in tutto, anche nella cultura del mare: è sbagliato credere che i maganti russi comprino solo grandi o gigantesche barche a motore: esistono già molti appassionati di vela e credo che per Swan ci siano enormi spazi di crescita, come del resto ci sono in Cina, che sta investendo molto nella portualità e dove consegneremo a breve il primo Swan da 80 piedi – spiega Ferragamo –. Stiamo investendo nella struttura commerciale per i Paesi emergenti e contemporaneamente vogliamo crescere in Europa e anche in Italia».
Secondo Ferragamo, la nautica italiana, che ha alcune eccellenze mondiali, avrebbe bisogno di più attenzione da parte delle istituzioni, in tutti i sensi: «La legislazione è farraginosa e fiscalmente punitiva, i porti andrebbero razionalizzati e, in molti casi, ripensati e sicuramente bisognerebbe promuovere di più la cultura del mare, magari partendo dalla scuole e approfittando anche dell'imminente Coppa America, che in Italia ha sempre avuto un grande seguito». Ferragamo sogna forse di promuovere una sfida italiana al trofeo sportivo più antico del mondo? «No, resterò anch'io solo uno spettatore, ma credo che l'America's Cup continui a fare bene al nostro settore, perché è un motore di innovazione, oltre che un grandissimo ed emozionante spettacolo».
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