Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 07 ottobre 2012 alle ore 08:10.

My24

Il vero obiettivo della politica deve essere allora quello di impedire che l'ideologia del liberismo sfrenato dell'economia globalizzata porti, oltre a disoccupazione, miserie e rivolte sociali, come non solo la Grecia sta sperimentando, ma anche la Spagna e l'Italia, anche al pericolo di un individualismo eccessivo, magari ispirato al relativismo di principi morali. L'esasperazione dell'individualismo, come unico riferimento culturale, conduce necessariamente ad un disperato isolamento, governato dal conformismo, trasformando i cittadini in sudditi dipendenti da autorità non da loro scelte, che ne determinano la vita, non solo economica, ma anche intellettuale ed emotiva.
È tempo di contrastare l'anarco-capitalismo, basato su teorie filosofiche libertarie, inconsciamente avallate dalla maggior parte degli economisti, secondo le quali, come sostiene il loro più autorevole teorico Robert Nozick, non è affatto necessaria l'istituzione di un governo politico. Inoltre ogni tentativo di colmare le diseguaglianze sempre più profonde nelle moderna civiltà sarebbe un'ingiustificata estensione dello Stato (e quindi della politica) in violazione dei diritti della persona a fare i propri interessi.
La politica e le istituzioni devono dunque reagire, sia in Italia, sia in Europa e nell'intero mondo globalizzato, contro l'eccesso di privatizzazione dei beni comuni e l'introduzione di un nuovo ordine dell'egoismo che, con l'alibi di alimentare la costante vitalità dell'economia capitalistica, hanno invece provocato la diffusa corruzione delle classi politiche e minato le basi stesse della democrazia. Questa è diventata l'opposto di come la rappresentò, proprio nell'Etica, il grande Spinoza, quando ne indicò la funzione «per evitare forme deteriori di cupidigia e di avidità».
La soluzione alla crisi si sostanzia, dunque, in una riforma che preveda un programma di controllo e di direzione delle forze, non solo politiche, ma anche economiche, nell'interesse della giustizia, della stabilità sociale, e dei diritti fondamentali dei cittadini, che invece sono stati trascurati e continuano ad esserlo, invocando lo stato di eccezione e di paura, che propone nella politica economica assai spesso solo strumenti di austerità, favorevoli agli ingiusti poteri e allo sfrenato arricchimento dei pochi che governano attraverso le degenerazioni del capitalismo finanziario.
Contro la perduta sovranità e il degrado della politica non possono servire certo né il pericoloso Stato etico, o una sua versione neofeudale, né il solo ricorso alla morale individuale.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Shopping24

Dai nostri archivi