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Questo articolo è stato pubblicato il 15 ottobre 2012 alle ore 08:58.

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Antonio Vitorino, ex Commissario Ue agli Affari interni, oggi Presidente del think tank europeo Notre Europe (Fotogramma)Antonio Vitorino, ex Commissario Ue agli Affari interni, oggi Presidente del think tank europeo Notre Europe (Fotogramma)

A breve termine abbiamo bisogno di meccanismi di mutualizzazione che riguardino lo stock del debito accumulato: molto pesante ad esempio in Italia, anche se in presenza di un surplus primario. Per questa ragione la creazione di un veicolo speciale che prevede una mutualizzazione parziale dei debiti potrebbe senza dubbio avere effetti di stabilizzazione. Nel contempo, una decisione politica che annunci la creazione a medio termine di un mercato degli "eurobond" avrebbe anche l'effetto di rafforzare la fiducia nella sopravvivenza dell'Uem.
Dal punto di vista politico una mutualizzazione dei debiti nazonali costituirebbe una contropartita simbolica benvenuta rispetto a tutti gli sforzi di aggiustamento e di riforma adoperati da numerosi Paesi europei, spesso in condizioni difficili.
La creazione di eurobond porterebbe al rialzo dei rendimenti nei Paesi virtuosi e bisognerà adottare meccanismi di compensazione. Bisognerebbe anche fare in modo che questa mutualizzazione non porti gli Stati che ne beneficiano ad allentare gli sforzi di disciplina di bilancio, ma anche questo è possibile dal punto di vista tecnico.

Nel futuro europeo si potrebbe intravedere, al di là di una maggiore integrazione economica, anche un'Unione politica, attuando il sogno dei Padri fondatori?
Su questo punto dobbiamo fare molta attenzione. Il concetto di Unione politica ha un significato diverso da Paese a Paese e rischiamo di perdere dieci anni in discussioni sterili, come è successo nel caso del governo economico. Già oggi ci troviamo in un'Unione politica tra Stati che esercitano in comune alcune competenze e si appoggiano a istituzioni comuni, sotto il controllo dei cittadini. Certo, è un'Unione politica molto specifica, una Federazione di Stati nazionali secondo l'eccellente definizione di Jacques Delors.
La crisi della Zona Euro ci ha già portati ad andare più lontano nell'Unione di bilancio, ma ancora più in là con l'Unione economica: in entrambi i casi questo ci porta a intensificare la dimensione democratica della gestione delle questioni europee, a livello di Bruxelles, ma anche sul piano nazionale. Sono favorevole ad esempio a collegare le elezioni europee del 2014 alla designazione di un Presidente della Commissione. Ma se lei mi chiede di Unione bancaria le rispondo che in questo caso non occorrono intensi aggiustamenti democratici.
Al di là delle urgenze di breve termine, bisogna soprattutto perpetuare il sogno dei Padri fondatori, ribadendo chiaramente che per l'Europa, nell'era della globalizzazione, solo l'unione fa la forza.

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