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Questo articolo è stato pubblicato il 21 ottobre 2012 alle ore 08:17.

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Peraltro, la prevista franchigia di 250 euro per i contribuenti con reddito superiore a 15 mila euro opera su ogni spesa fiscale individuata dalla manovra: il debito d'imposta cresce dunque all'aumentare delle tipologie di spese fiscali e quindi non è coerente con il principio di equità orizzontale. Rispetto a un taglio lineare parametrato su ciascun onere sarebbe stato più coerente, così come avviene per le detrazioni per lavoro e famiglia, prevedere una decrescenza lineare rispetto al reddito per l'ammontare complessivo. Ciò avrebbe evitato anche il salto d'imposta al superamento dei 15 mila euro: il ddl di stabilità introduce un incentivo ad evitare di superare tale soglia, incentivo che può essere particolarmente conveniente per i lavoratori autonomi.
Il taglio delle aliquote Irpef riduce il debito di imposta per l'85,2% delle famiglie, mentre lascia invariata la posizione fiscale del restante 14,8%; ma le famiglie che beneficiano della manovra, a causa dell'incapienza dei contribuenti più poveri, si concentrano soprattutto nelle fasce alte di reddito. Considerate congiuntamente, le due componenti della manovra IRPEF, agevolazioni più aliquote, producono un aggravio soltanto per l'1,8% del complesso delle famiglie, mentre l'83,3% guadagna e il 14,8% è indifferente. Guardando alla composizione per fascia di reddito è evidente che la quota dei contribuenti che si avvantaggiano è tutta sbilanciata a favore delle famiglie con redditi medio-alti e ciò perché, come detto, la riduzione delle aliquote non avvantaggia i redditi bassi.
In termini percentuali di reddito il risparmio di Irpef è pari allo 0,54% del reddito delle famiglie nel loro complesso. Dal terzo al nono decile di reddito si ottengono, in media, vantaggi superiori, mentre molto più contenuti sono i risparmi percentuali per il secondo e per l'ultimo decile. Rimane sostanzialmente invariata la situazione del primo decile.
Passando all'aumento del l'Iva, l'aggravio a regime è invece nettamente decrescente rispetto al reddito familiare a conferma del carattere regressivo di questa imposta: da 1,1% per il primo decile allo 0,26% per l'ultimo.
La manovra nel suo complesso, con meno Irpef e più Iva, comporterà in media una riduzione fiscale di appena lo 0,1% del reddito delle famiglie. Tuttavia, come mostrato nel grafico, i primi due decili subiranno un aggravio, che sarà piuttosto rilevante nel caso del primo (+1%). Tra il terzo e il nono decile, invece, il prelievo diminuirà rispetto ad oggi in misura pressoché costante, attorno allo 0,2%-0,3%. Invariata sarà invece la situazione per l'ultimo decile. Insomma nel complesso il profilo dei risparmi di imposta in percentuale dei redditi familiari finirà per avere un chiaro andamento ad U. Per una manovra presentata come redistributiva qualche aggiustamento è necessario e urgente.
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