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Questo articolo è stato pubblicato il 23 ottobre 2012 alle ore 12:10.

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Ddl Stabilità, vincono (tutti) i cittadini: per Grilli effetti positivi per il 99% dei contribuenti (Ansa)Ddl Stabilità, vincono (tutti) i cittadini: per Grilli effetti positivi per il 99% dei contribuenti (Ansa)

Il pessimismo della Corte dei conti
Molto meno ottimista del ministro dell'Economia, la Corte dei conti valuta la soluzione «più iva meno Irpef» e l'introduzione di franchigie e tetti per detrazioni e deduzioni una scelta «sfavorevole per i contribuenti Irpef collocati nelle più basse classi di reddito». Che non sono pochi: «20 milioni di soggetti, fino a 15 mila euro». Audito anche lui dalle commissioni parlamentari impegnate nell'esame del Ddl Stabillità, il presidente della magistratura contabile Luigi Giampaolino, rileva come «Il taglio delle aliquote Irpef che non tocca i 10 milioni di incapienti avrebbe risultati limitati anche per i restanti 10 milioni, mentre l'aumento delle aliquote iva inciderebbe in misura significativa».

Vantaggi solo a partire da 15mila euro
Per contro, continua Giampaolino, «dovrebbe risultare positivo il saldo per i 15 milioni di contribuenti che dichiarano un reddito medio-basso (da 15mila a 29mila euro). Gli sgravi derivanti dal taglio alle aliquote Irpef dovrebbero essere in grado di assorbire sia i nuovi limiti agli oneri deducibili e, soprattutto per tale tipologia di contribuenti, agli oneri detraibili; sia il maggiore carico fiscale determinato dall'aumento dell'Iva». Svantaggi, secondo il presidente della Corte dei conti, anche per «i 6,7 milioni di contribuenti dichiaranti un reddito medio-alto e alto. La franchigia e il tetto complessivo alle detrazioni e, soprattutto, la franchigia agli oneri deducibili supererebbero i benefici della riduzione delle aliquote Irpef. E gli aumenti iva si scaricherebbero su un livello di consumi relativamente elevato».

Rischio evasione ed effetto incremento per Imu e tariffe locali
Ma la magistratura contabile ha messo in guardia anche sul rischio, convreto, che la legge di stabilià possa generare l'emersione di ulteriori aumenti impositivi, come l'Imu e le tariffe, che «le amministrazioni locali potrebbero deliberare per "compensare" gli ulteriori tagli di spesa o i nuovi aggravi derivanti dal disegno di legge». Segnalato anche il rischio di «un deterioramento della tax compliance sia in conseguenza del depotenziamento del contrasto d'interessi prodotto dai tagli a detrazioni e deduzioni di spese in settori ad elevato rischio di evasione, sia per le ricadute negative che la deroga ai principi dello Statuto del contribuente potrebbe produrre sulla trasparenza e sulla lealtà nel rapporto fisco-contribuente».

Critico Bersani: ardito dire che non pesa sugli italiani
«Apprezzo l'intenzione del governo a valutare modifiche ma dire che la legge così come è non pesa sulle condizioni di vita dei cittadini e sulla domanda interna è ardito». Così Pier Luigi Bersani torna a esprimere «seria preoccupazione» sul ddl stabilità e domani, ha fatto sapere, chiederà modifiche a Monti. Sul tema fiscale riduzione Irpef-aumento Iva «punterei a una maggiore equità e a un maggior appoggio alla domanda interna», ha spiegato Bersani. Sulla scuola, poi, «ho visto che il ministro è disponibile. Per noi è un punto irrinunciabile», ha assicurato. Infine «c'è una preoccupazione serissima per il sistema delle autonomie locali e la sanità», ha riferito Bersani.

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