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Questo articolo è stato pubblicato il 07 novembre 2012 alle ore 20:23.

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Le imprese private, che sin dall'inizio delle riforme hanno trainato lo sviluppo del Paese, sono rimaste schiacciate dall'espansione economica delle Soe, e questo ha contribuito a rallentare la crescita nazionale. Il governo oggi si proporrebbe di riaggiustare la situazione promuovendo le imprese private e non quelle di Stato. Bisognerà però capire come ciò potrà avvenire in concreto.

Il secondo aspetto, che molti attendono, riguarda invece le riforme politiche. La Cina non diventerà certo domani una democrazia come quella che c'è nell'isola da riunificare, Taiwan. Ma l'intero scandalo emerso intorno alla caduta dell'ex capo del partito di Chongqing, Bo Xilai, ha posto con urgenza la questione che le strutture politiche del Paese devono essere cambiate in maniera radicale.

Varie ipotesi pare siano allo studio. In concreto, si potrebbe allargare un processo elettorale nel partito. Già oggi le elezioni al comitato centrale sono "differenziate", cioè per 200 posti si presentano per esempio 220 candidati e il congresso vota scegliendo i primi. Il numero da differenziare al comitato centrale potrebbe crescere e lo stesso criterio potrebbe essere applicato per il Politburo (circa 25 persone) e il Politburo ristretto (sette membri), i sancta sanctorum del potere cinese.

Sembrano passi lontanissimi dall'obiettivo di una sostanziale democratizzazione del processo politico cinese. Ma il processo lento e progressivo è il tratto di tutto il percorso riformista di Pechino. Alla fine del 1988, a dieci anni dal lancio delle riforme di Deng, il Paese era ancora molto simile a quello del decennio passato. L'effetto valanga dei cambiamenti ha cominciato a farsi vedere davvero solo dopo ancora un decennio, quando Pechino resistette con successo alla crisi finanziaria asiatica che aveva travolto il resto della regione.

Oggi allo stesso modo è difficile pensare che le riforme politiche susciteranno un'esplosione di libertà. Ma occhi non distratti hanno già visto negli ultimi anni una moltiplicazione di voci contrastanti e con pochi freni nell'internet cinese. Tale libertà sociale non potrà che aumentare e contagiare le rigide strutture della politica.

Di fronte a questo contagio, già in corso, le strutture politiche potrebbero scoppiare; oppure adattarsi e canalizzare in maniera proficua la nuova libertà. Gli ultimi trent'anni depongono a favore della capacità di adattamento.

La portata di queste scommesse è planetaria, ed è ciò che, al di là del segreto ostile in cui è avvolta tutta la riunione dell'8 novembre, poi forse alla fine imporrà il valore storico dell'evento. Ben più alto delle "rumorose" presidenziali americane.

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