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Questo articolo è stato pubblicato il 06 gennaio 2013 alle ore 20:14.
L'ultima modifica è del 24 novembre 2014 alle ore 15:56.

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Chuck Hagel (Ap)Chuck Hagel (Ap)

Un veterano del Vietnam repubblicano neoministro della Difesa degli Stati Uniti d'America, con la benedizione di Micael Moore, registra di sinistra e antimilitarista per eccellenza. È Chuck Hagel, l'ex senatore repubblicano del Nebraska, 66 anni, figura talmente controversa che, sostiene il sito Politico, potrebbe avere qualche difficoltà ad essere approvato dal Senato. Il presidente dovrà sfidare veti e proteste da destra e da sinistra.

Hagel, eroe di guerra decorato al valore, ricoprirà la poltrona di segretario della Difesa, occupata sino ad oggi da Leon Panetta. In passato si oppose alla guerra di George W. Bush all'Iraq, una decisione che gli rese la vita molto difficile all'interno del suo ex partito. Molti, fra i suoi ex colleghi repubblicani, non gli hanno ancora perdonato il fatto di aver votato contro quella guerra. Un rancore ancore vivo, tanto che il numero due del partito al Senato, John Cornyn, il whip del gruppo, cioè quello che con la metaforica frusta spinge i suoi colleghi al voto, ha già annunciato il suo veto. Tanti altri, sempre dentro il Grand Old Party, non hanno dimenticato quando Hagel disse, era il 2006, che la lobby ebraica aveva intimidito molti eletti al Congresso. All'epoca le più grandi associazioni ebraiche lo accusarono di essere un nemico di Israele.

Ma Hagel piace poco anche all'ala più progressista del partito democratico, non solo perchè ex repubblicano, ma anche per alcune sue uscite decisamente omofobe. Quattordici anni si oppose alla nomina di un ambasciatore in Lussemburgo, sostenendo che un individuo «apertamente gay» non meritava quell'incarico. Niente male, per un leader che è chiamato a lavorare con Barack Obama, il presidente che tra le polemiche ha messo al bando del controverso principio don't ask, don't tell, in modo da permettere ai gay con le stellette di non doversi nascondere più. Prima di Natale, fece marcia indietro: «Chiedo scusa, fu un commento privo di sensibilità», ma senza convincere più di tanto.

La rivincita
Tuttavia sembra essere bastato, visto che Obama, costretto a rinunciare a Susan Rice al Dipartimento di Stato, stavolta tira dritto, scegliendo Hagel come figura simbolo della sua politica bipartisan, il perno di un teams of rivals, così come un altro presidente, avvocato e parlamentare di Chicago, Abraham Lincoln, chiamava il patto di governo con alcuni suoi ex rivali. Archiviata la questione Pentagono, nei prossimi giorni il presidente è chiamato ad altre nomine importanti, a partire dalla poltrona del Tesoro, lasciata vacante da Tim Geithner e da quella di capo della Cia, vuota dopo le imbarazzanti dimissioni del generale Petraeus, coinvolto in un eclatante scandalo sessuale.

Settimana di nomine importanti
Ecco un breve aggiornamento delle ultime voci sulla short list obamiana. Per il posto di segretario dell'economia da tempo si fa il nome di Jacob Lew, attuale capo dello staff del presidente, al momento in pole position secondo tanti osservatori, a partire dal New York Times. L'unica sua pecca è non essere un uomo di Wall Street, a differenza del suo competitor più quotato, il capo di JP Morgan, Jamie Dimon.

La casella del Tesoro
Forte dell'appoggio del miliardario Warren Buffett, Dimon è uno degli uomini di punta di Obama nella business community e potrebbe essere molto utile per condurre con successo la difficile trattativa con i repubblicani sul debito. Dietro di loro, si fa il nome anche di Erskine Bowles, l'ex capo dello staff di Bill Clinton e co-presidente della National Commission on Fiscal Responsability and Reform della Casa Bianca. Quanto al prossimo capo della Cia, è ormai questione di ore per la nomina di John Brennan, un fedelissimo di Obama, in questi anni suo advisor capo per l'antiterrorismo, anche lui con una gloriosa storia 25ennale di ex agente della Cia.

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