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Questo articolo è stato pubblicato il 22 gennaio 2013 alle ore 16:00.
L'ultima modifica è del 22 gennaio 2013 alle ore 09:58.

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Bondi: Cosentino saprà dimostrare un alto senso di responsabilità
Dal partito arrivano, già dalla mattinata, pressioni a non agitare troppo le acque. Hanno prevalso le ragioni della politica, non quelle del cuore, è la spiegazione più in voga tra i pidiellini. Intervenuto a Omnibus su La7, Sandro Bondi si è detto convinto che Cosentino «saprà poi dimostrare un alto senso di responsabilità come hanno dimostrato tutte le altre persone escluse da queste elezioni politiche». In una nota il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto ha ricordato che l'escusione del deputato Pdl non implica comunque la sua colpevolezza.

A poche ore dal termine per il deposito spariscono le liste
Un vero e proprio giallo degno della grande Agatha Christie: nel tardo pomeriggio di ieri, infatti, prima che scadesse il termine per depositare le liste presso le cancellerie delle Corti d'appello o dei tribunali, alcune fonti del partito hanno denunciato la sparizione delle liste con gli atti di accettazione delle candidature per il Senato e per la circoscrizione Campania 2 alla Camera del Pdl. A portare via la documentazione sarebbe stato, sempre secondo queste fonti, proprio Cosentino, in un atto di estrema ribellione al partito. Secondo alcune ricostruzioni di stampa, Denis Verdini e il commissario del Pdl in Campania Nitto Palma da Roma avrebbero raggiunto in macchina Caserta, e si sarebbero recati un tutta fretta a casa di Cosentino. Nel frattempo le agenzie di stampa danno la notizia, l'ufficio stampa del Pdl smentisce con una nota che le liste siano sparite. Sono attimi concitati, il Pdl campano chiama a raccolta all'hotel Terminus di Napoli una sessantina di candidati, tutti pronti a rifirmare - tanto per evitare spiacevoli sorprese - i documenti necessari. Alla fine Cosentino si sarebbe "arreso", e avrebbe consegnato la documentazione ai due inviati di Berlusconi. Cosentino ha però negato di essere scappato con le liste.

La fotocopia della lista al Senato: c'è il nome di Cosentino
Non sarebbe finita qui, anzi ci sarebbe una specie di giallo nel giallo: in una fotocopia della lista del Pdl al Senato depositata da Nitto Palma si legge, dopo Berlusconi e l'ex ministro della Giustizia, Nicola Cosentino. L'ex sottosegretario, secondo alcune versioni, non avrebbe accettato (nella fotocopia non c'è la firma accanto al suo nome, quindi il documento non è valido), e al suo posto sarebbe subentrata Alessandra Mussolini.

Nitto Palma: nessun giallo sulle liste. Nicola le ha consegnate
Che la strategia del partito fosse quella di assumere un profilo basso è chiaro già dalle prime ore della mattina. In un'intervista a Il Mattino, Nitto Palma ha dato la sua versione dei fatti: «Nessun giallo, è molto più semplice di quanto si è detto o scritto in queste ore. A Roma vi è stata una riunione ristretta sulla candidatura di Nicola Cosentino. Una riunione molto dura, durata due ore. Mancavano solo le liste di Campania 2. Ma alle 16 a Caserta ci siamo visti con Nicola, io e Denis Verdini, e ce le ha consegnate».

Alfano: rimaniamo comunque garantisti
Dal partito viene messo in evidenza che sul garantismo il Pdl non ha fatto alcun passo indietro. «Noi non intendiamo abbandonare il nostro ideale garantista, continuiamo a considerare i giustizialisti i nemici della giustizia. Ma un partito politico - ha spiegato il segretario del Pdl Angelino Alfano in un'intervista a Il Corriere della Sera - deve avere la capacità e la forza di scegliere, anche quando le scelte sono dolorose e drammatiche». Decidere di escluderlo è stato «senza dubbio il momento più drammatico», ha continuato Alfano «perchè da questa decisione potrebbero discendere, se non prevalesse il buon senso della magistratura napoletana, conseguenze sulla libertà personale di un dirigente che abbiamo difeso in Parlamento».

Papa non ci sta e parla di insipienza decisionale di Berlusconi
Tra gli esclusi, nella categoria cosiddetta degli "impresentabili", il deputato del Pdl Alfonso Papa. Lui che ha cercato fino all'ultimo di essere messo in lista, sottolineando in più di un'occasione la sua disponibilità a essere candidato (e che la parola finale sarebbe dovuta essere del cavaliere), oggi si toglie qualche sassolino dalla scarpa. «Le scelte che sono state compiute rivelano una incoerente selezione tra indagati e inquisiti di serie A e di serie B - ha attaccato - . Non resta che prendere atto della insipienza decisionale del Presidente Berlusconi, che rinuncia a una battaglia per la dignità di chi voce non ha e apre le porte all'ingresso di nuovi cosiddetti impresentabili senza aver dato alcuna risposta a un progetto politico che andrà comunque avanti per vedere riconosciuti anche in Italia i diritti civili». La polemica continua, e le elezioni sono vicine.

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