Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 23 gennaio 2013 alle ore 17:15.

My24

•dismettendo e privatizzando una parte del patrimonio pubblico;
•armonizzando gli oneri sociali;
•riordinando gli incentivi alle imprese;
•aumentando del 10% l'anno gli incassi dalla lotta all'evasione fiscale;
•armonizzando le aliquote ridotte IVA in vista di rimodulazioni in ottica UE e per reperire risorse per ridurre l'IRPEF sui redditi più bassi.

2. Le riforme
A questa terapia si deve necessariamente accompagnare un processo di riforme da avviare contestualmente e senza ritardo, sul quale ci aspettiamo che tutte le forze politiche prendano un impegno, perché è ora di cambiare il volto del Paese. A partire dalle Istituzioni.
Abbiamo bisogno di un'Italia veramente liberale, di uno Stato che arretri nel suo perimetro, lasci spazio ad una sana concorrenza dei privati e che per primo applichi la legge, pagando i propri debiti e rispettando i diritti dei cittadini e delle imprese.

È necessario:
•riformare il Titolo V della Costituzione riportando allo Stato le competenze su materie di interesse nazionale e riducendo i livelli di governo, per rendere finalmente gestibile il nostro Paese;
•riorganizzare la Pubblica Amministrazione, che deve essere al fianco delle imprese e non invece contro di loro;
•affermare lo stato di diritto, tutelando cittadini e imprese dagli abusi compiuti da qualunque organo pubblico;
•ridurre le regole, perché non è con più regole che si rilancia l'economia;
•semplificare per rimuovere tutti gli ostacoli al fare impresa;
•rendere effettivamente flessibile il mercato del lavoro;
•ridurre il peso del fisco sulle imprese e migliorare i rapporti tra i contribuenti e l'Erario.
Creare insomma un nuovo contesto, che assecondi le attività delle imprese e non le ostacoli.

GLI EFFETTI ECONOMICI
Con le nostre misure:
•il tasso di crescita si innalzerà al 3%; il PIL aumenterà in cinque anni di 156 miliardi di euro (al netto dell'inflazione), +2.617 euro per abitante;
•l'occupazione si espanderà di 1,8 milioni di unità, il tasso di occupazione salirà al 60,6% nel 2018 dal 56,4% del 2013 (+4 punti percentuali) e il tasso di disoccupazione scenderà all'8,4% dal 12,3% atteso per il 2014;
•il peso dell'industria tornerà al 20% del valore aggiunto dell'intera economia, dal 16,7% attuale, gli investimenti balzeranno del 55,8% cumulato (+66,4% quelli in macchinari e mezzi di trasporto, +44,7% quelli in costruzioni) e l'export si innalzerà del 39,1%, arrivando al 36,7% del PIL;
•il reddito medio delle famiglie che vivono di lavoro dipendente nel 2018 sarà più alto di 3.980 euro reali;
•l'inflazione rimarrà attorno all'1,5%; la produttività aumenterà di quasi l'1% medio all'anno;
•il deficit pubblico diventerà un consistente surplus, il debito cadrà al 103,7% del PIL, ben sotto il 111,6% richiesto dai patti europei (129,2% nel 2013, compresi 48 miliardi di debiti commerciali della PA alle imprese), la pressione fiscale scenderà dal 45,1% al 42,1% e le spese correnti al netto degli interessi dal 42,9% al 36,9%.

Shopping24

Dai nostri archivi