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Questo articolo è stato pubblicato il 26 gennaio 2013 alle ore 11:20.
L'ultima modifica è del 26 gennaio 2013 alle ore 10:42.

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Canzio: serve dialogo per tutelare i diritti fondamentali
Il presidente della Corte d'Appello di Milano Canzio esorta i rappresentanti delle istituzioni, presenti in sala (tra questi anche il premier Mario Monti), di procedere «presto, in un clima di proficuo dialogo, a nuove e più meditate scelte operative in tema di giustizia, ad effettiva tutela dei bisogni e dei diritti fondamentali della persona». Appelli sì, ma anche constatazioni: «La definitiva sconfitta della mafia - scrive il presidente della Corte d'Appello di Palermo Oliveri nella sua relazione - comincia ad apparire un risultato possibile anche se non a breve scadenza».

In Sicilia in calo i reati di stampo mafioso
I dati, spiega Oliveri, dimostrano che i reati di associazione per delinquere di stampo mafioso sono in progressiva diminuzione (-19%), tra luglio 2011 e giugno 2012: 87 i casi registrati in questo ultimo periodo, a fronte di 107 in quello precedente e 145 tra il 2009 e il 2010. Tuttavia il potere di Cosa nostra, saldamente radicato nel territorio anche attraverso «lo sfruttamento del tessuto economico mediante pizzo e messe a posto» non deve essere sottovalutato. Non accade lo stesso nel Lazio dove, denuncia Santacroce, presidente della Corte d'Appello di Roma, «nell'ultimo periodo, specie nel territorio del basso Lazio e sul litorale romano il livello criminale e l'indice di penetrazione della criminalità organizzata nel territorio si sono innalzati». Dalla Calabria il presidente della Corte d'Appello di Catanzaro, Gianfranco Migliaccio lancia l'allarme 'ndrangheta: «Si é presenza di un fenomeno profondamente radicato che, nonostante l'impegno delle procure della Repubblica e delle forze dell'ordine, la cui incessante attività attinge risultati sempre più consistenti, continua a seminare lacrime e lutto, oltre che corrodere sempre di più il tessuto sociale».Il presidente della Corte d'Appello di Napoli Antonio Bonajuto ricorda, per quanto riguarda la camorra, che in questi ambienti è ormai affermata un'insolita parità di genere: sono le donne di famiglia, in assenza dei capi, ad assumere sempre più spesso il comando del clan. Nel 2012, afferma Bonajuto, si è registrata «una ripresa degli omicidi di camorra», con un incremento del 18% rispetto allo scorso anno e del 55% dei reati riconducibili alla criminalità organizzata.

Italia prima nella Ue per prescrizione e durata dei processi
L'Italia, ricorda da Milano Canzio, «ha il triste primato in Europa del maggior numero di declaratorie di estinzione del reato per prescrizione (circa 130.000 quest'ultimo anno) e, paradossalmente, del più alto numero di condanne della Corte europea dei diritti dell'uomo per l'irragionevole durata dei processi». Il magistrato é critico verso l'attuale disciplina della prescrizione del reato che definisce «illogica nella parte in cui estende i suoi effetti sul processo penale, propiziandone il grado di ineffettività con il fallimento della funzione cognitiva e la sconfitta dell'ansia di giustizia delle vittime e della collettività».