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Questo articolo è stato pubblicato il 29 gennaio 2013 alle ore 14:56.

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Se Mps non rimborsasse salirebbe all'8% la quota del Tesoro
Se Mps non dovesse essere in grado di rimborsare i 3,9 miliardi prestati con i Monti bond, ha detto Grilli, «considerando il prezzo attuale dei titoli Monte dei Paschi, la quota del Tesoro salirebbe all'82% del capitale della banca».

No al commissariamento, ma monitoraggio
Il commissariamento di una banca, ha detto Grilli, «non viene deciso dal governo e dal ministero dell'Economia: c'è necessità nel caso di grave condizione finanziaria e sostenibilità». L'analisi di Bankitalia su Mps «è positiva le condizioni della banca non richiedono il commissariamento. C'è esigenza di monitoraggio».

Ieri il via libera al riscatto dei vecchi Tremonti bond
Il ministro ha spiegato che la Banca d'Italia ha dato ieri il via libera al riscatto dei vecchi Tremonti bond emessi dal Monte dei Paschi per 1,9 miliardi. Il passaggio é propedeutico all'emissione dei 3,9 miliardi di Monti bond che verranno sottoscritti dal Tesoro e che assorbono i vecchi strumenti ibridi. Il ministro ha sottolineato come i nuovi strumenti risapetto ai vecchi garantiscano di più lo Stato. Il ministro ha poi spiegato che i vecchi strumenti finanziari, i Tremonti bond, erano «correttivi», mentre o nuovi strumenti, i Monti bond, sono «preventivi». Nel primo caso, «tante banche in Europa, e non in Italia, erano in gravissime condizioni» e i bond vennero ideati per «ridare alle banche liquidità e ripartire con il credito», anche con «il richiamo all'impegno di dare credito a Pmi». Per i Monti bond «l'approccio è invece preventivo e non correttivo». Alla luce della crisi, per «banche soggette a fragilità, ma anche esposte a grandi portafogli in titoli di Stato», nell'ottica di «prevenire crisi di singole istituzione e problemi sistemici», è stato deciso di «innalzare i criteri prudenziali sui capital ratio» e «vengono dati soldi non per salvare banche insolventi ma per tenerli come buffer aggiuntivo».

Celato il contratto sull'operazione Alexandria
Il contratto sull'operazione fra Mps e Nomura, rinvenuto lo scorso ottobre dai nuovi vertici dell'istituto senese, «è stato celato agli ispettori di vigilanza sia nell'ispezione 2010 sia in quella del 2011», ha detto Grilli. Nella ricostruzione si ricorda la sempre maggiore attenzione dell'istituto centrale sulla banca seguita da una serie via via più incisiva di azioni nei confronti del management dal 2008 fino a oggi. I primi rilievi mossi dalla vigilanza risalgono già al settembre 2008 quando la Banca d'Italia evidenzia a Mps «elementi ostativi al pieno computo nel patrimonio di qualità primaria della banca delle azioni al servizio» dei titoli convertibili Fresh da 1 miliardo di euro. Successivamente all'inizio del 2010 la situazione della banca viene giudicata «di scarsa chiarezza e potenzialmente critica» e si dispone »l'avvio immediato di una verifica ispettiva mirata alla gestione della liquidità e al comparto dei rischi finanziari del gruppo». Una seconda ispezione seguirà nel 2011 per concludersi a marzo 2012 con "pesanti rilievi" e l'avvio di una procedura sanzionatoria «in fase di conclusione».

Bankitalia chiese il cambiamento dei vertici
Nel novembre del 2011, dopo le risultanze delle ispezioni della Banca d'Italia, il direttorio di Palazzo Koch convocò i vertici di Mps e Fondazione Mps (principale azionista della banca) per «metterli di fronte alla loro responsabilità» chiedendo «una rapida e netta discontinuità»nei vertici del Monte, ha detto il ministro dell'economia, L'allora Dg del Monte Antonio Vigni fu sostituito da Fabrizio Viola, mentre il presidente Giuseppe Mussari, in scadenza di mandato decise di non ricandidarsi per un terzo mandato, al suo posto l'assemblea dei soci di Mps, nell'aprile 2012, elesse Alessandro Profumo.

In arrivo sanzioni alla banca
Grilli ha rivelato che la Banca d'Italia ha avviato una procedura sanzionatoria nei confronti di Banca Mps sulla scia dell'ispezione del 2011. Le multe stanno per essere irrogate, ha detto il ministro dell'Economia, Vittorio Grilli, leggendo la relazione di vigilanza che gli è stata inviata dal Governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco. Le «gravi carenze nei controlli interni» riscontrate nel 2011 da Banca d'Italia, ha detto Grilli, si aggiungevano al fatto che la banca non aveva superato le criticità già evidenziate da via Nazionale nelle ispezioni dell'anno precedente. In particolare «tensioni sulla situazione di liquidità e un'elevata esposizione ai rischi di tasso».

Sono interventi a favore dei risparmiatori
Nel caso delle misure per l'Mps si trattava di «limitare i rischi sistemici mettendo al sicuro il risparmio dei correntisti», ha detto il ministro dell'Economia precisando che non si tratta di interventi «a favore del management, ma a favore dei risparmiatori».

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