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Questo articolo è stato pubblicato il 15 febbraio 2013 alle ore 17:53.

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MINZOLINI ASSOLTO
Con la formula «il fatto non costituisce reato» la VI sezione penale di Roma ha chiuso la vicenda giudiziaria che vedeva imputato l'ex direttore del Tg1, Augusto Minzolini (candidato alle politiche in Liguria con il Pdl), accusato di aver utilizzato in modo improprio la carta di credito aziendale. Per lui il pm aveva chiesto una condanna a 2 anni di reclusione.

MPS
Dieci indagati per l'acquisizione di Antonveneta da parte della banca Monte dei Paschi di Siena. Tra loro figurano l'ex presidente dell'istituto, Giuseppe Mussari, e Antonio Vigni, vice direttore generale. Al momento nell'indagine non ci sono politici indagati ma sono storici i rapporti della Fondazione con il Pd (prima Ds e Pci), mentre risultano contatti anche con esponenti del Pdl. Ieri è stato fermato dalla Gdf del nucleo valutario il responsabile dell'area Finanza di Mps, Gianluca Baldassarri, di cui nelle scorse settimane si era parlato a proposito della cosiddetta «banda del 5%»: un gruppo di 5 persone che si intascavano percentuali illecite sulle commissioni. Dalla procura di Siena intanto sono partiti ieri altri due avvisi di garanzia, indirizzati nuovamente a Vigni e a Mussari. L'accusa è di ostacolo alla vigilanza relativamente all'operazione dei derivati, al quale Baldassarri avrebbe, appunto, partecipato.

'NDRANGHETA AL NORD
L'assessore alla Casa della Regione Lombardia, Domenico Zambetti (Pdl) è stato arrestato a ottobre 2012 dai carabinieri con l'accusa di aver pagato 200mila euro a esponenti delle cosche della ‘Ndrangheta per un pacchetto di 4mila voti alle elezioni regionali del 2010. Zambetti è accusato di voto di scambio, corruzione e concorso esterno in associazione mafiosa. Per il Riesame, che ha confermato lo scorso novembre gli arresti per Zambetti è arrivato a «sottomettersi interamente alle richieste sempre più pretenziose del gruppo criminale».

RIMBORSI (AI CONSIGLIERI REGIONALI)
Le «spese pazze» di Franco Fiorito, ex capogruppo Pdl nel consiglio regionale del Lazio, hanno dato la stura a inchieste in 10 Regioni sui costi della politica. Fiorito, il cui processo è iniziato ieri, è accusato di peculato per aver intascato circa un milione e 400 mila euro dei fondi destinati al gruppo consiliare. Stessa accusa di peculato anche per il consigliere regionale dell'Idv nel Lazio Vincenzo Maruccio. In Lombardia indagati 62 consiglieri della maggioranza di centrodestra e 29 d'opposizione. Il reato contestato è sempre peculato in relazione ai rimborsi spese delle due ultime legislature (dal 2007 a oggi). Indagini sui fondi destinati ai gruppi consiliari anche in Basilicata, Campania, Sardegna, Sicilia, Emilia-Romagna, Piemonte, Marche, Molise.

SAIPEM
L'inchiesta milanese per corruzione internazionale in Algeria che vede coinvolta Saipem, è andata a toccare anche l'Eni e il suo ad Paolo Scaroni, indagato, insieme ad altri dirigenti ed ex dirigenti del gruppo. Per ottenere commesse in Algeria del valore di 11 miliardi di dollari Saipem avrebbe versato tangenti all'estero per 197.934.798 dollari. Secondo la procura di Milano, lo avrebbe fatto con la consapevolezza di Paolo Scaroni amministratore della controllante, l'Eni. Per questa ragione martedì i militari del Nucleo di polizia Tributaria della Gdf di Milano hanno perquisito, oltre agli uffici di Scaroni, anche la sua abitazione milanese di viale Majno.
Scaroni è stato nominato amministratore delegato di Eni, società a partecipazione pubblica, dal governo Berlusconi nel 2005 (poi riconfermato sempre da Berlusconi nel 2008). Tuttavia, Scaroni non ha mai preso posizioni politiche esplicite a sostegno di un partito o di una coalizione. Se il premier Mario Monti si è riparato dietro un "no comment sulle indagini in corso", il leader del centrodestra Silvio Berlusconi ha difeso Scaroni («lo stimo ed escludo suo coinvolgimento»), mentre il leader del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo lo ha definito «professionista delle tangenti».

SANITÀ PUGLIESE/FITTO
Una condanna a quattro anni (tre condonati per l'effetto indulto) per l'ex ministro ed ex governatore della Regione Puglia, Raffaele Fitto. Il politico, capolista in Puglia alla Camera col Pdl, tra il 2004 e il 2005 (quando era governatore) avrebbe percepito una tangente dall'imprenditore nella sanità, Gianpaolo Angelucci, per dare la gestione di 11 Residenze sanitarie assistenziali in Puglia. L'operazione avrebbe garantito al proprietario del Consorzio San Raffaele di guadagnare ben 198 milioni di euro.

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