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Questo articolo è stato pubblicato il 04 marzo 2013 alle ore 23:32.
L'ultima modifica è del 01 luglio 2014 alle ore 20:46.

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Per 12 anni è stata simbolo del riscatto della città più controversa d'Italia, attrattore culturale, luogo di aggregazione sociale e incubatore di imprese. In una notte è stata spazzata via dalle fiamme. Un enorme incendio questa notte ha praticamente distrutto la Città della Scienza di Napoli, museo interattivo e struttura multifunzionale presa a esempio da mezzo mondo, meta di turismo con una media di 350 mila visitatori l'anno. Ancora ignote le cause del rogo, ma i magistrati che hanno raggiunto il posto mentre i vigili del fuoco erano impegnati nelle operazioni di spegnimento non hanno escluso la pista dolosa.

Tra le poche certezze, il fatto che all'interno della struttura non c'erano persone, grazie anche alla chiusura settimanale del lunedì. I danni appaiono notevoli: sopravvivono soltanto i muri perimetrali, l'interno dei padiglioni risulta devastato. Distrutti anche i server: ne è una prova il fatto che il sito web ufficiale da ieri sera non risulta raggiungibile. Il fronte del fuoco nel corso della notte era lungo più di un centinaio di metri e dal rogo si alzava una colonna di fumo visibile da buona parte della città. Sul posto decine di vigili del fuoco, con le forze dell'ordine che hanno chiuso al traffico via Coroglio, di fronte al mare di Bagnoli, dove sorgeva la struttura. Dei numerosi padiglioni che componevano lo «science center» solo uno è stato risparmiato dalle fiamme: quello che ospita il «Teatro delle Nuvole», struttura nata per ospitare attività per i bambini. Le testimonianze riferiscono di una estensione rapidissima dell'incendio, complice la gran presenza di legno e altri materiali infiammabili. E così in pochi minuti è andato in fumo la struttura.

L'area distrutta dalle fiamme è stimata tra i 10 e i 12mila metri quadrati. Il custode racconta di aver visto una colonna di fumo e di aver dato subito l'allarme: ma in pochi minuti il fuoco ha divorato i padiglioni dall'interno, diventando indomabile. Sono state ore di sgomento anche per tutti gli abitanti di Bagnoli, che temevano di rimanere intossicati dal fumo denso e nero, poi invece sospinto dal vento verso il mare aperto. Tra i primi a precipitarsi sul luogo, i 160 dipendenti della struttura visibilmente scossi e preoccupati per il loro futuro occupazionale. Timori che coinvolgono i tanti che lavoravano nell'indotto creato dal museo, giunti in via Coroglio dopo aver appreso dell'incendio. A notte inoltrata sono poi arrivati il sindaco Luigi de Magistris e il suo vice Tommaso Sodano. «Seguo con apprensione il grave incendio sviluppato presso Città della Scienza», ha scritto de Magistris su Twitter. Oggi a quanto pare sentirà il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

Nata dall'intuizione di Vittorio Silvestrini, presidente della fondazione Idis, Città della Scienza in una dozzina d'anni aveva guadagnato consensi e credibilità, non solo come luogo dove apprendere praticamente le leggi della scienza, grazie a decine di esperimenti pratici e dimostrazioni dal vivo, ma anche come centro congressi, centro di alta formazione, incubatore di imprese. Il primo embrione del progetto risale agli anni Novanta; nel 2001 l'inaugurazione del vero e proprio museo interattivo, man mano ampliato da successive realizzazioni. Il tutto nell'incantevole scenario di Bagnoli, il quartiere ex industriale che, conclusa l'era dell'acciaio e dell'Italsider, aveva visto proprio in Città della scienza il primo simbolo concreto di un progetto di bonifica e di rinascita del quartiere. Con la Città della scienza è come se fossero bruciate ieri notte anche quelle speranze.

È di ieri anche il crollo della palazzina in riviera di Chiaia

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