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Questo articolo è stato pubblicato il 06 marzo 2013 alle ore 06:40.

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Tuttavia, c'è da dire che Caforio non è nuovo a queste accuse. Agli atti della Commissione d'inchiesta sull'efficienza del servizio sanitario risulta esserci un'ampia dichiarazione dell'ex assessore alla sanità pugliese, Alberto Tedesco, poi divenuto senatore. Tedesco ha riferito che nel 2007 seppe dal governatore Nichi Vendola, che Caforio aveva mosso pressioni su Enrico Letta, affinché fosse approvato in Puglia un provvedimento legislativo che consentisse alle sue aziende di fare ottimi guadagni. Viceversa, non avrebbe votato la fiducia al governo Prodi. Si tratta di accuse bollate da Caforio come «illazioni» e che sono oggetto di un procedimento giudiziario tra i due. Ma che non hanno ricevuto alcuna smentita da Vendola.
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LE TAPPE
La vicenda
La procura di Roma sta studiando le carte relative al passaggio di schieramento, dal centrosinistra al centrodestra, consumatosi nel dicembre del 2010 quando Razzi e Scilipoti lasciarono il loro partito (Idv) per non votare la sfiducia al governo Berlusconi, alla prese con la crisi scatenata dall'addio alla coalizione del presidente della Camera, Gianfranco Fini. Un'operazione "politica" che scatenò un vespaio di polemiche e che divenne materia per una denuncia che Di Pietro consegnò personalmente negli uffici della Procura a piazzale Clodio
Nessun indagato
In mattinata alcune fonti giudiziarie avevano affermato che i due parlamentari, ex Idv, oggi eletti nelle fila del Pdl, erano indagati: corruzione il reato contestato, per il cambio casacca avvenuto. La procura di Roma, nel tardo pomeriggio, tuttavia, ha smentito la loro iscrizione nel registro degli indagati. Al momento i due non sono formalmente indagati, in quanto l'inchiesta è a modello 45, ossia fatti non costituenti reato
Indagine conoscitiva
Quella in corso pertanto è un'indagine "conoscitiva" finalizzata a verificare la reale fondatezza della denuncia sui due parlamentari, presentata da Di Pietro. Entrambi saranno ascoltati dal procuratore aggiunto di Roma Francesco Caporale, il quale ha intanto delegato il nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Roma a svolgere le indagini. Solo dopo, eventualmente, si stabilirà chi sono i corrotti e chi il corruttore
Le reazioni
Pur non essendo indagato, Scilipoti ha commentato la vicenda affermando: «Mi sembra una cosa ridicola. Ho sempre detto che la mia fu una scelta dettata dagli interessi degli italiani e non da quelli di bottega». Inoltre, ha aggiunto che «altri hanno fatto una scelta diversa dalla mia e hanno fatto prevalere gli interessi di bottega. Ho pensato l'incontrario e sono convinto di aver fatto bene»

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