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Questo articolo è stato pubblicato il 07 marzo 2013 alle ore 06:38.

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Emblematico il caso russo. A fine gennaio, con l'aggravarsi delle condizioni di salute di Chavez, i vertici della Rosneft, la principale compagnia petrolifera russa, sono volati in Venezuela per assicurarsi la stabilità degli investimenti di Mosca, stimati in 26 miliardi di dollari.
Al di là delle dichiarazioni ufficiali, la Russia teme per la sorte dei contratti sottoscritti con il Venezuela di Chavez. Non solo in ambito energetico, ma in quello della Difesa e della Finanza. Ieri sono arrivate le rassicurazioni del ministro del Commercio russo Denis Manturov, secondo cui «gli accordi sono stati firmati con lo stato, quindi i nostri partner venezuelani sono soggetti agli obblighi contrattuali». Ma in verità gli investimenti russi in Venezuela potrebbero essere a rischio: tutti i contratti sono direttamente legati a Chavez.
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Chi raccoglierà il testimone?
Lo sfidante
Se Hugo Chavez è sempre stato riconfermato al potere dal voto popolare, l'uomo che gli ha dato più filo da torcere è stato Henrique Capriles, 40 anni, candidato dell'opposizione moderata e centrista che nelle ultime elezioni dell'ottobre scorso ha ridotto a 11 punti percentuali il margine di vittoria del 26% che Chavez aveva riportato nel 2006. Ora Capriles, rieletto governatore dello stato di Miranda, deve rilanciare la sua sfida, è lui il favorito a rappresentare il partito Unità democratica alle nuove elezioni. Capriles vede un modello da seguire nel Brasile, a metà strada tra politiche economiche e sociali. Le sue chances dipendono dalla capacità di mantenere l'opposizione compatta, come Capriles era riuscito a fare dopo un decennio di lotte e divisioni. Ma la grande sfida sarà il «fantasma di Chavez», superare il fattore simpatia che gioca a favore del rivale.
Il delfino
Nicolas Maduro, 50 anni, era il ministro degli Esteri e poi il vicepresidente di Hugo Chavez, e l'uomo che il Comandante voleva vedere al proprio posto: se il peggio dovesse accadere votate per lui, disse l'8 dicembre prima di partire per Cuba per essere operato. Ora Maduro è il presidente de facto, ma la Costituzione richiede che in caso di morte del presidente le elezioni vengano convocate entro 30 giorni, nelle quali Maduro beneficerà dell'ondata di consensi legata al nome di Chavez. In questi mesi, del resto, il suo approccio è stato di non allontanarsi mai dalle politiche, lo stile e la retorica del presidente scomparso. E la fedeltà alla sua rivoluzione socialista dovrebbe rimanere la linea guida anche in futuro, comprese le nazionalizzazioni, lo stretto controllo dello Stato sull'economia, il sostegno agli alleati come Cuba.
LE REAZIONI
Barack Obama Presidente degli Stati Uniti «Gli Usa confermano il sostegno al popolo venezuelano e l'interesse a un legame costruttivo»
Herman van Rompuy Presidente Ue «Il Venezuela si è distinto per il suo sviluppo sociale e il contributo all'integrazione regionale»
Hu Jintao e Xi Jinping Attuale e futuro presidente cinese «Era un grande amico del popolo cinese, aiutando a sviluppare relazioni fruttuose»

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