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Questo articolo è stato pubblicato il 12 marzo 2013 alle ore 06:39.

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E mentre Fitch prevede per l'Italia un'ulteriore contrazione dell'economia italiana dell'1,8% nel 2013, portando indietro le lancette dell'orologio di undici anni (in termini di Pil reale, l'economia italiana oggi è ai livelli del 2000), un'altra bocciatura alle politiche di austerità è arrivata dal Portogallo: brusca frenata del Pil nel 2012 a -3,2%, il dato peggiore dal 1975 e la disoccupazione al 17,6%, mentre il governo stima per il 2013 un ulteriore calo. Il Portogallo sta portando avanti un pesante piano di austerità per ridurre il debito, in cambio dei 78 miliardi di aiuti internazionali ricevuti a maggio 2011.
La tenuta del mercato
Nonostante Grillo, nonostante Fitch il mercato italiano non dà segni di sbandamento: ieri Piazza Affari ha archiviato la seduta con un ribasso dell'indice Ftse Mib dello 0,69%, ma il barometro del listino milanese è rimasto comunque sopra la soglia psicologica dei 16mila punti, «solo una correzione tecnica dopo il rally della scorsa settimana, l'abbondante liquidità è comunque destinata a sostenere il mercato», ha spiegato un trader.
Nessun panic selling, dunque. Gli operatori si sono convinti che anche senza governo, il processo di risanamento dei conti pubblici può ormai contare sul "pilota automatico" innestato dal governo Monti. Secondo Hedge Invest, società di gestione di fondi alternativi, il mercato oggi è meno emotivo: gli operatori hanno capito che non conviene vendere in situazioni di panico perché negli ultimi 2-3 anni, di fronte a situazioni difficili, una soluzione è sempre stata trovata, vedi il caso della Grecia, penalizzando chi era uscito nelle fasi ribassiste. Una tendenza che si deve sostanzialmente all'impostazione del presidente della Bce che nel luglio scorso ha espresso con chiarezza la volontà di difendere l'euro con qualsiasi mezzo, rimanendo quindi vigile e pronto ad intervenire.
I rendimenti prima di tutto
In questo contesto la Germania continua a fare la parte del leone. Mentre il Bund decennale viaggia sui livelli dell'1,5%, ieri il collocamento di bond Pfandbrief a 7 anni per 500 milioni di euro ha raccolto una domanda di oltre 600 milioni, strappando uno spread a 25 punti base sopra il midswap e un coupon dell'1,5 per cento. Rendimenti ancora bassi che si aggiungono all'asset class obbligazionaria che quest'anno è destinata a produrre la metà di quanto reso nel 2012: il 27,4% per i bond high yield Europa e il 13% per l'Investment grade, secondo gli indici Bank of America. La conferma viene da Matteo Astolfi, country head di M&G Investments Italia: «Nel 2013 il mercato obbligazionario non tornerà sui livelli dello scorso anno. Questo non impedisce di ricercare rendimenti in questa asset class, più nel debito privato che in quello pubblico». E in Italia? «Preferiamo restare fuori, come da tutti i debiti sovrani europei».
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