Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 21 marzo 2013 alle ore 06:41.
L'ultima modifica è del 27 agosto 2014 alle ore 11:33.

My24


PARIGI. Dal nostro corrispondente
Francia ancora nell'occhio del ciclone per quanto riguarda i rapporti tra affari e politica. Dopo le dimissioni, martedì, del ministro del Bilancio Jérome Cahuzac, sospettato di aver avuto dei conti non dichiarati all'estero, la polizia ha perquisito ieri l'appartamento parigino dell'ex ministro dell'Economia, e attuale direttrice del Fondo monetario, Christine Lagarde.
La vicenda che la coinvolge risale al 1993, quando il controverso imprenditore e finanziere Bernard Tapie, diventato ministro della Città del Governo di Pierre Bérégovoy (all'Eliseo c'era François Mitterrand), vendette Adidas, di cui era proprietario. A comprare, per proprio conto e in rappresentanza di un gruppo d'investitori, fu la banca pubblica Crédit Lyonnais (poi al centro di un fallimento costato 15 miliardi ai contribuenti francesi), per circa 315 milioni. Pochi mesi più tardi, il Lyonnais cedette Adidas con una plusvalenza di circa 230 milioni. Ritenendo di essere stato truffato, Tapie trascinò la banca in tribunale.
Arrivata a Bercy con il Governo Fillon (presidente Nicolas Sarkozy), la Lagarde, ex avvocato d'affari negli Stati Uniti, decise, a fine 2007, di mettere fine al complesso e incerto contenzioso optando per un arbitrato extra-giudiziale. Che di fatto accolse le tesi di Tapie e decise che quest'ultimo dovesse essere indennizzato per circa 400 milioni. A pagare fu il Cds, il consorzio pubblico incaricato di cedere gli asset del Lyonnais e di chiudere tutte le partite pendenti.
Già nel 2008 del caso si occupò la Corte dei conti, ritenendo che lo Stato fosse stato eccessivamente generoso nei confronti dell'ex presidente dell'Olympique Marsiglia (con cui vinse, nel 1993, la Coppa dei campioni), che ha passato qualche mese dietro le sbarre per aver cercato di comprare alcuni giocatori di una squadra avversaria e che oggi, a 70 anni e dopo aver fatto anche l'attore teatrale, riappare sulla scena economica francese con l'acquisto di alcuni giornali del gruppo Hersant (tra cui Nice Matin e il marsigliese La Provence).
La magistratura apre un dossier, per sospetta distrazione di fondi pubblici, a fine 2011. E l'inchiesta conosce un'accelerazione negli ultimi mesi, con la perquisizione di abitazioni e uffici dello stesso Tapie, dell'ex capo di gabinetto della Lagarde (l'attuale presidente di Orange-France Télécom, Stéphane Richard) e dell'ex segretario generale dell'Eliseo (ed ex ministro dell'Interno) Claude Guéant. Gli inquirenti hanno infatti la convinzione che dietro alla decisione della Lagarde ci fosse la manina di Sarkozy, che l'ex socialista Tapie aveva sostenuto nella vittoriosa corsa all'Eliseo.
Sicuramente ci sono dubbi sulla fondatezza di quella scelta (peraltro criticata da alcuni alti funzionari del ministero dell'Economia), sulla decisione di non contestarla e sulla stessa indipendenza del collegio arbitrale.
La Lagarde, che non è ancora stata ascoltata dai magistrati, continua intanto a difendere la propria scelta e a negare di aver subito pressioni.
Nel frattempo, sul fronte Cahuzac, l'inchiesta è stata affidata a due giudici istruttori di lungo corso ed è già partita la richiesta di assistenza giudiziaria alla Svizzera per accertare se l'ex ministro avesse o meno un conto presso un'agenzia dell'Ubs a Ginevra. Un'altra sta per essere inviata a Singapore, dove Cahuzac avrebbe trasferito i fondi all'inizio del 2010.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Shopping24

Dai nostri archivi