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Questo articolo è stato pubblicato il 13 aprile 2013 alle ore 10:51.

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Nella foto il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi al convegno "Un'Italia industriale in un'Europa più forte" all' Oval Lingotto di Torino (Imagoeconomica)Nella foto il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi al convegno "Un'Italia industriale in un'Europa più forte" all' Oval Lingotto di Torino (Imagoeconomica)

11,35 - Al via la tavola rotonda. Problema della domanda interna e della disoccupazione. Sono i temi dell'intervento di Stefano Dolcetta, vice presidente relazioni industriali di Confindustria. «Se vogliamo mantenere il manifatturiero dobbiamo puntare a un recupero di competitività». Costo del lavoro elevato, questo è la componente principale.

11,15 - Usa vs Europa. Quadrio Curzio: «Il vecchio continente ha fondamentali decisamente migliori degli Stati Uniti, che però sono estremamente pragmatici, capaci di decidere molto in fretta. L'Europa ha scelto la linea del rigore, ma perché non essere un po' piu elastici sul debito per finanziare le grandi opere?».

11.10 - Il peso della burocrazia. Un applauso ha accolto il passaggio sul peso della burocrazia su aziende e cittadini e sulla necessità di interventi per la semplificazione legislativa. «In Europa - ha aggiunto Quadrio Curzio - l'Italia deve essere più assertiva».

11.05 - La forza della manifattura italiana. Questa forza deriva, spiega Quadrio Curzio, dalla forte identificazione degli imprenditori con le loro imprese, dalla capacità di innovare e di internazionalizzarsi. Poi lancia una proposta: pensiamo a una riforma strutturale, una convenzione socio economica per tracciare percorsi di crescita dell'economia reale che coinvolgano anche le banche.

10,55 - Crescere si può e si deve. Dal confronto con l'Europa l'andamento del Pil dal 1999 è stabilmente superiore a quello dell'Italia, con un forte divario nel 2012. Lo rileva Alberto Quadrio Curzio, vice presidente Accademia nazionale dei Lincei.

10.45 - L'interminabile elenco dei balzelli. In video, i volti e le storie degli imprenditori: la liquidità, la burocrazia, e soprattutto il fisco. L'elenco delle imposte e delle tasse dura più di un minuto, alla fine un applauso spontaneo dalla platea.

10.30 - Carbonato: se si fermano le imprese, questo paese non ha piu futuro. Un paese civile non puo' far fallire le sue imprese semplicemente perche' non le paga.Ancora Di Stasio: il tempo e' scaduto da troppo tempo. Chiediamo al prossimo governo di non inventare niulla di nuovo: c'e' gia' tutto nelle nostre proposte, fatte da chi di impresa se ne intende.

10.15 - Carbonato, presidente di Confindustria Piemonte: quello che stiamo attraversando e' un momento storico. Torino, dove l'industria italiana ha iniziato la sua storia, e' la sede naturale per lanciare un forte messaggio di cambiamento. Di qui possiamo dire che la misura e' ormai colma: e lo diciamo soprattutto ai sindacati, nella convinzione che il recupero della produttivita' e' la chiave per il nostro sviluppo. Lo ripetiamo alla politica, impegnata in incomprensibili giochi di potere, e all'europa, dove spesso si fanno solo calcoli cervellotici.

10.00 - Di Stasio: sono passati tre anni dall'inizio della crisi, ma poco o nulla e' stato fatto per innovare il nostro sistema. Crescere, pero', si puo': vogliamo ribadirlo. lla politica diciamo di aiutarci a salvare il patrimonio industriale che si sta disperdendo. La nostra passione per ora si confronta con l'indifferenza della politica e questa situazione deve cambiare.

9.50 - Bruno Di Stasio, presidente della Piccola Industria di Torino, apre i lavori: non vogliamo cedere alla rassegnazione.

9.45 - La seconda giornata si apre con l'inno d'Italia. In prima fila Giorgio Squinzi, Susanna Camusso, Emma Marcegaglia, Vincenzo Boccia.

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