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Questo articolo è stato pubblicato il 17 aprile 2013 alle ore 21:50.
L'ultima modifica è del 17 aprile 2013 alle ore 16:25.

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Cresce il dissenso, le possibili alternative sul tavolo
Alla luce delle critiche interne subito seguite all'annuncio della candidatura Marini il timore che l'ex sindacalista possa essere bocciato dai franchi tiratori esiste. Anzi, non si tratta nemmeno di franchi tiratori: Sel non lo vota, i renziani nemmeno come pure i prodiani e anche tra i giovani turchi e nell'ala sinistra del partito ci sono molte perplessità, che si rispecchiano nel voto che ha chiuso l'assemblea. Per questo, Bersani e gli altri dirigenti avrebbero anche provato a studiare una candidatura alternativa, per evitare che il partito venga travolto da un eventuale no a Marini. Sul tavolo, anche se al momento nessuno lo ammette, ci sarebbero nomi come quello di D'Alema o Amato, che potrebbero tornare fuori se Marini non ce la facesse, sempre nello schema di un'intesa con il Pdl. Alla finestra anche Romano Prodi, nel caso nevisse meno l'intesa con il Pdl.

Grillo all'attacco sul suo blog: «Marini è un ex di tutto»
Contrario a Marini, come da attese, anche il leader dei "grillini", Beppe Grillo, che sul suo blog attacca ancora una volta le scelte del Pd: «Qui c'è da decidere se votare il candidato Presidente della Repubblica proposto dal Movimento 5 Stelle o quello proposto da Berlusconi; qui si fanno i Presidenti della Repubblica per salvare il culo a qualcuno». Rodotà, ha aggiunto, «è fuori da questi schemi. Marini è un ex sindacalista, un ex democristiano, un ex presidente del Senato, ex parlamentare. Se è stato messo lì è perchè si sono messi in una stanza destra e sinistra, ma metà del Pd si sta spaccando perchè Renzi non lo voterà, Vendola non lo voterà quindi rischiamo che venga eletto un candidato proposto dal Pd ma col sostegno decisivo del Pdl. È pazzesco». Quindi l'ex comico ha scherzato: «Quando ho sentito Marini ho pensato subito che fosse Valeria e ho detto "ma ha fatto la sindacalista Valeria Marini?". In realtà Marini «è un ex di tutto».

Casini: «Senza intesa condivisa si va dritti alle urne»
Mette invece in guardia da chi vuole distruggere ogni ipotesi di convergenza e larghe intese il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, che sul suo blog rileva: «C'era da aspettarselo: come ad ogni elezione del Presidente della Repubblica, all'ultimo momento entrano in azione i sabotatori. Ma sia chiaro a tutti che, dopo due mesi di paralisi governativa, se non si trova un'intesa su un presidente condiviso si va dritti alle urne. Chi sabota oggi persegue solo il proprio disegno elettorale».

Vendola (Sel): «Bersani rifletta su Rodotà. No a dialogo per governissimo»
Nichi Vendola aveva incontrato Pier Luigi Bersani nel pomeriggio chiedendogli di riflettere sull'opportunità di votare Stefano Rodotà al Quirinale. «Il fatto nuovo é la disponibilità concreta del Movimento 5 stelle a offrire i nomi di grandi protagonisti della vita democratica», ha detto dopo l'incontro con il segretario del Pd. «Invitiamo il Pd a riflettere su questo», ha aggiunto, «per un voto con i due-terzi o si guarda a destra o a sinistra. Guardare a destra è un suicidio, guardare a sinistra un'opportunità». Poco prima, incontrando i giornalisti a Montecitorio, il leader del Sel aveva sbarrato la strada a un'intesa sul Quirinale in vista di un governissimo: «Se le intese, gli accordi e i dialoghi» che sono in corso in queste ore sul futuro presidente della Repubblica costituiscono «la prova d'orchestra di un governissimo, allora esprimiamo la nostra radicale contrarietà».

I "mal di pancia" di Sel per il metodo che ha portato a Marini
All''incontro Bersani-Vendola è seguita una riunione del gruppo parlamentare di Sel a Montecitorio in vista di quella congiunta con i parlamentari del Pd. Secondo alcune indiscrezioni, anche qui sarebbero emerse molte resistenze sul nome di Marini, soprattutto per il "metodo" che ha portato al suo nome per il Quirinale. In altre parole, l'accordo con il Pdl su Marini potrebbe essere la premessa ad un "governissimo" che Sel considera ipotesi catastrofica. Alcuni deputati hanno chiarito che se l'indicazione dei partiti dovesse essere Marini voteranno invece per Stefano Rodotà, candidato dei grillini.

Il colloquio telefonico Bersani-Berlusconi
In precedenza Pier Luigi Bersani avrebbe presentato a Silvio Berlusconi la rosa dei candidati al Quirinale nel corso di un colloquio telefonico. Dalla rosa, composta da più nomi, le personalità prese in considerazione dal Cavaliere avrebbero compreso Amato, D'Alema, Finocchiaro e Marini. Le indiscrezioni sono state poi smentite dal Pd, che in una nota diffusa dall'ufficio stampa del partito ha spiegato che «Nessuna rosa è stata presentata a Berlusconi. Si ragiona da giorni su diverse possibilità con tutte le forze parlamentari per arrivare a un nome largamente condiviso».

Lega: il nostro candidato è Manuela Dal Lago
Alla rosa dei candidati messi in campo dai vari partiti si è aggiunto poi il nome di una donna, Manuela Dal Lago, su cui convergereanno i voti dei grandi elettori della Lega Nord. Il suo nome è stato scelto nel corso della riunione di deputati e senatori del Carroccio alla Camera. Alla domanda se comunque vedessero male il nome di Marini, si è fatto capire che no, non sarebbe un nome sgradito.

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