Chi è Enrico Letta? Quel giovane cattolico moderato, con agganci in tutto il Transatlantico. Nipote di Gianni. E fan di Mandela

Letta: ma chi è il nuovo primo ministro italiano? Nel primo pomeriggio molte prestigiose testate internazionali, dal Wall Street Journal a Le Monde, da Les Echos alla Frankfurter Allgemeine hanno aperto la loro edizione online con il profilo del poco conosciuto (all'estero) nuovo premier.

«Un moderato pacato con legami in tutto il Transatlantico»: così titola il quotidiano di Wall Street, spiegando che Enrico Letta è «uno dei più giovani primi ministri europei, avendo la stessa età di David Cameron» e «uno che crede nell'Unione europea, oltre a essere un fluent English speaker».

«E' un cattolico moderato - riflette Le Monde - e questa sua moderazione si riflette anche sul piano dell'economia». Il quotidiano parigino ricorda che in un'intervista del 2007 Letta si è definito post-ideologico, affermando che la sua generazione, non avendo vissuto grandi illusioni, ha evitato grandi disillusioni. «I suoi eroi sono il sindacalista polacco anticomunista Lech Walesa e l'icona anti apartheid Nelson Mandela», spiega ancora Le Monde.

«Non è un carismatico, non può vincere le elezioni - spiega ai suoi lettori Katharina Kort, corrispondente da Milano del maggiore quotidiano economico-finanziario tedesco, Das Handelsblatt - . Ma è un pragmatico, uno che può decidere dove far pendere il dibattito parlamentare. Il nipote del braccio destro di Berlusconi conosce la politica da quando beveva il latte materno - continua la giornalista tedesca - sa muoversi nei talk show televisivi. E la "vasca degli squali" romana non gli fa paura».

Mentre Pierre De Gasquet, corrispondente da Roma del maggior quotidiano economico francese, Les Echos, definisce Letta «uno dei migliori cervelli del partito democratico» e cita il tweet diffuso dal nuovo premier subito dopo il secondo giuramento presidenziale di Napolitano: «Dopo un discorso simile c'è solo da agire. Senza perder tempo. Senza spirito di fazione. E pensando solo ai problemi del paese».

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