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Questo articolo è stato pubblicato il 25 aprile 2013 alle ore 13:42.

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Silvio Berlusconi (Afp)Silvio Berlusconi (Afp)

Per una volta, commenta un altro articolo dell'Economist, i politici italiani hanno rovesciato l'aforisma del Gattopardo "Se vogliamo che tutto rimanga com'è, bisogna che tutto cambi". Ora invece hanno fatto in modo che le cose restino com'erano per fare in modo che cambino.

L'Italia "ha fatto un grande passo per porre fine a due mesi di paralisi politica italiana", scrive il Guardian, riconoscendo però che la sfida di "ottenere un cessate il fuoco" da parte di acerrimi rivali è "spaventosa" e che qualsiasi governo sia formato "potrebbe non durare a lungo".

C'è sollievo in Italia, ma le sfide sono "enormi", scrive sempre sul Guardian Lizzy Davies. Gli investitori plaudono all'incarico dato a Enrico Letta, anche se "sulla carta, non c'è molto da rallegrarsi". Se Letta riesce a formare una grande coalizione di governo con la destra e i centristi "è difficile vedere come quel governo possa non essere fragile, litigioso e condannato ad avere una vita relativamente breve". Per di più, Berlusconi recupererà la sua influenza sulla politica italiana. Tutti aspetti "negativi" e "non trascurabili". Ma in un'Italia afflitta da disoccupazione e recessione, un governo di coalizione guidato da Letta, "per quanto imperfetto, potrebbe offrire un barlume di speranza".

Il Times di Londra mette in evidenza che "Berlusconi torna al top" dopo che l'accordo presidenziale ha spezzato lo stallo.

Berlusconi emerge come "il grande vincitore", scrive James Bone sul Times. Il cronista britannico ricorda che lo zio di Enrico Letta è uno dei più stretti collaboratori del Cavaliere e nota che Berlusconi, imputato in tre processi penali, eserciterà influenza anche se non avrà un incarico ministeriale. Una vittoria per "la vecchia guardia", alla faccia del movimento di protesta di Grillo.
"L'Italia ha bisogno di un leader come Churchill per combattere il ‘danno di guerra' dell'austerità Ue", commenta sul Telegraph Ambrose Evans-Pritchard. Con toni critici, l'opinionista osserva che "il vecchio modo di fare è duro a morire": due mesi dopo che gli elettori italiani si sono ribellati con furia contro l'establishment, le élites del Paese hanno scelto un altro ‘insider' per fare da leader.

Enrico Letta, scrive Evans-Pritchard, è senza dubbio "un tecnocrate dignitoso, costante, onorevole". "Ha buone intenzioni", ha promesso di guidare la carica contro l'austerità in Europa. "Ma è dura immaginare un uomo meno incline a gettare il guanto e forzare un cambiamento radicale nella politica Ue prima che l'economia italiana muoia soffocata".

Enrico Letta è per Les Echos "un mediatore nato". Tocca all'ex "Mazarino di Prodi" tentare di formare un governo "dell'ultima chance".

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