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Questo articolo è stato pubblicato il 25 aprile 2013 alle ore 13:42.

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Silvio Berlusconi (Afp)Silvio Berlusconi (Afp)

Sobrio, discreto, apprezzato per la sua cortesia, considerato a lungo l' "enfant prodige" del centro-sinistra italiano, questo "europeo convinto" non ha esitato a sottolineare la necessità di una correzione di rotta sull'austerità, scrive su Les Echos Pierre de Gasquet. Anche se non brilla per carisma, tuttavia divide meno di Bersani. "Dal suo influente zio ha ereditato il senso degli equilibri. Non bisogna che ciò diventi un freno".
"L'Italia si affida al centro per uscire dall'impasse", titola Le Monde.
Letta - "abbastanza liberale da non spaventare da destra", "risolutamente europeo per rassicurare i mercati e l'Unione" e "sufficientemente cattolico per ammansire la Chiesa" – potrebbe diventare uno dei più giovani presidenti del Consiglio, dopo il Dc Giovanni Goria, scrive il corrispondente di Le Monde Philippe Ridet. La giovinezza del probabile futuro primo ministro costituisce il suo principale "atout", "in attesa di scoprirne altri".

Per Libération, Enrico Letta è "la scommessa misurata di un'Italia disorientata".
Nel nominarlo, Napolitano ha riscoperto simultaneamente "l'arte della boxe e il piacere dello sprint", scrive il corrispondente di Libération Eric Jozsef. Letta "non ha altra scelta che allearsi con il partito di Berlusconi" e potrebbe incontrare resistenze in seno al suo stesso partito.
L'Italia "punta su Enrico Letta per uscire dall'impasse" titola Le Figaro. Silvio Berlusconi "esulta", sottolinea il corrispondente Richard Heuzé. Si tratta di "un matrimonio contro natura" che "non è senza rischi per il centro – sinistra".

Per El Pais, Enrico Letta si profila come "figura di consenso" per governare l'Italia e coglie la sfida lanciata da Napolitano. Mentre Bersani si è immolato sui propri errori, Letta "ha saputo mantenere i ponti aperti all'interno del suo partito e con il Popolo della Libertà di Berlusconi", scrive Pablo Ordaz. Il suo compito è "molto difficile".
Un'analisi di Andrea Rizzi su El Pais osserva come le classi dirigenti italiane abbiano sviluppato una "diabolica capacità" di conservare posizioni e privilegi. L'incarico affidato a Letta è "l'ennesimo tentativo di Napolitano di spingere l'Italia avanti".
La nomina rappresenta "un cambio generazionale", ma nel contempo Letta è "un uomo del foro", vicino a Prodi, nipote di Gianni Letta, "longa manus" politica di Berlusconi.

El Mundo fa notare che Letta è un politico "assolutamente normale" e che nonostante la sua gioventù ha "grande esperienza politica".
Abc.es mette in rilievo, con un richiamo sulla homepage del suo sito, che "Berlusconi appare come il grande vincitore di questa crisi che scuote l'Italia".
Solo qualche mese fa – scrive Angel Gomez Fuentes - tutti lo davano per "politicamente morto", con il suo partito in caduta libera, ma ha fatto "una grande campagna elettorale" facendo promesse "impossibili" che gli italiani hanno finito per credere. Così Berlusconi "non nasconde la sua allegria" per il risultato della crisi, che culmina con "un successo totale per i suoi interessi".

Il Wall Street Journal, in un titolo sulla copertina del sito, segnala che è stato scelto un centrista. I suoi buoni legami trasversali tra i partiti dovrebbero dargli "migliori chances" di sbloccare lo stallo e formare un governo di coalizione.
Il governo di coalizione di Letta- ricorda il Wsj - avrà due grandi sfide da affrontare: tirare fuori l'Italia dalla recessione e aggiustare il "disfunzionale" sistema elettorale italiano. Il compito non sarà facile: Letta dovrà affidarsi al sostegno "variegato e variabile" delle forze conservatrici d Berlusconi, che vogliono tagli delle tasse, e dell'ala sinistra del suo partito, che vuole più spesa pubblica. Un difficile atto di equilibrio – nota Giada Zampano - sarà di mantenere stabile la finanza pubblica e rispondere alle richieste del centro-destra di eliminare l'impopolare tassa sulle abitazioni, l'Imu.

Dopo mesi di "paralisi politica culminati in una settimana tumultuosa", scrive il New York Times, Napolitano ha nominato Enrico Letta con il compito di formare un'ampia coalizione di governo e "tentare di portare l'Italia fuori dal caos politico e dalla peggiore recessione del dopoguerra".
Silvio Berlusconi – osserva sul Nyt Rachel Donadio - il "grande sopravvissuto" della politica italiana, "è emerso come il kingmaker per default", essendo durato più degli avversari.
Come è accaduto con l'attuale governo greco, Enrico Letta è potenzialmente "l'ultimo rantolo di un ciclo politico" che in Italia è cominciato negli anni '90 con il crollo del sistema politico del dopoguerra e l'avvento di Berlusconi. Se Letta fallisce, Napolitano ha il potere di sciogliere il Parlamento e indire nuove elezioni, ma gli analisti dicono che questo esito è "meno probabile nel breve termine" poiché nuove elezioni potrebbero portare gli stessi divisivi risultati.
E' la fine dello stallo politico in Italia? si domanda la Cnn. La nomina di Letta dà qualche speranza.

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