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Questo articolo è stato pubblicato il 26 aprile 2013 alle ore 07:24.

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L'Italia nella Ue e nella Uem. Bisogna agire su tre direttrici entro giugno nelle riunioni dell'Eurogruppo, Ecofin e Consiglio europeo. La prima riguarda il rilancio della crescita sia con la emissione di Eurounionbond sia con una golden rule che scorpori dai deficit gli investimenti (pubblici e privati anche tramite bonus fiscali) soprattutto in ricerca scientifica e tecnologica. La seconda riguarda il conseguimento di una par condicio con Francia e Spagna per il rapporto deficit su pil, anche sottoscrivendo un memorandum di intesa che ci consentirebbe di fruire dei sostegni europei con effetti benefici su tutti i tassi di interesse. Il terzo è di porre in sede di Eurogruppo ed Ecofin il problema di ricapitalizzazione delle banche italiane attraverso la rivalutazione delle riserve auree in base al progetto "Bankoro" presentato su queste colonne il 16 aprile da Fulvio Coltorti e dallo scrivente.

La riforma fiscale. Poiché non si deve intervenire sul sistema tributario con continui cambiamenti che danneggiano contribuenti ed erario, bisogna ripartire dal disegno di legge delega che si è bloccato nel precedente Parlamento. Qui va introdotto un vincolo alla pressione fiscale massima (soprattutto) sulle imprese che entro un certo numero di anni deve scendere alla media dell'eurozona. Nel breve termine due imposte sono in evidenza: l'aumento dell'Iva dal 21% al 22% dal 1° luglio; la riduzione dell'Imu sui proprietari di unica casa non di lusso. Sono imposte sofferte che incidono molto sulla domanda interna mentre altre (cuneo fiscale, Irap) incidono più sulla occupazione, sulle esportazioni e sulla crescita. Sperando che il recupero della evasione prosegua, provvisoriamente si può compensare il citato sgravio dell'Imu al proprio interno e lo stesso per l'Iva allineando a livello europeo le aliquote agevolate. Eventuali maggiori introiti dovrebbero ridurre il cuneo fiscale e l'Irap, che beneficerebbero anche di aumenti del carico fiscale sui consumi di ambiente e territorio.
L'innovazione per una crescita "verde" (ben diversa dalla "decrescita felice"). Bisogna puntare sulle ristrutturazioni edilizie con efficienza energetica (prorogando le detrazioni fiscali che scadrebbero il 30 giugno e che generano altri gettiti), sulle città eco-intelligenti e digitalizzate, sulla bonifica e il recupero dei siti dismessi o inquinati, sulla conservazione del patrimonio artistico, seguendo esempi che hanno dato importanti risultati (anche per il turismo) in altri Paesi Ue. Ne trarrebbero grandi vantaggi non solo la qualità della vita ma anche l'occupazione giovanile e la manifattura, la cui capacita innovativa deve essere promossa.

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