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Questo articolo è stato pubblicato il 27 aprile 2013 alle ore 08:18.

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Domanda: perché mai un titolo finanziario che entra nella disponibilità dello Stato non può essere venduto sul mercato, ricavandone il cash permesso dalle sue quotazioni, a differenza di quello che qualsiasi risparmiatore è invece in grado di fare con la propria banca (parliamo anche di titoli del debito pubblico)? Risposta (che vale non soltanto in questo caso): nessuno alla Ragioneria intende assumersi la responsabilità della collocazione di quei titoli sul mercato. Risposta assurda, si dirà. Concordo. ma è la risposta che, a mezza bocca, mi è stata riferita a margine di quei lavori della Commissione Bilancio. Tenere immobilizzati titoli liquidabili per oltre un miliardo di euro, e teorizzare tale immobilizzo, meriterebbe comunque una spiegazione da parte della Ragioneria.
Non basta; dall'importo di 1.065,52 milioni di euro vanno messi da parte - sempre secondo la Ragioneria - 343 milioni di euro, calcolati non si sa come, per eventuali restituzioni agli aventi diritto a seguito della altrettanti eventuale revoca di una parte delle confische. Quanto ai residui 722,52 milioni, essi - conclude la Ragioneria - possono essere adoperati solo per spese "una tantum", quindi non, ad esempio, per compensare, sia pure in parte, i tagli che la spending review ha imposto alle forze di polizia e all'organizzazione giudiziaria. E perché con tale importo non si saldano gli arretrati delle locazioni di Questure, Commissariati e Stazioni dei Carabinieri? Sono impegni di spesa già assunti e autorizzati, che si onorano con ritardi anche di due anni...
Tutto ciò concreta una rinuncia all'esercizio di una precisa responsabilità, a sua volta connessa al non comprendere, o peggio al non voler comprendere, che non si tratta di pratiche di ordinaria amministrazione, ma di uno snodo cruciale nella prevenzione e nel contrasto della mafia. Rivedere un'impostazione così ottusa è urgente da parte di chiunque governi. Forse dopo la rivendicata (da Canzio) continuità nonostante il colore dei governi, potrebbe subentrare una discontinuità basata su una differente interpretazione del ruolo. Certamente non all'insegna dello scialo, ma con un briciolo di intelligenza in più: quella che - soprattutto in tempo di crisi - dovrebbe adoperare, e non mettere sotto il cuscino, quasi 2 miliardi e mezzo di euro cash.
Sottosegretario dell'Interno con delega alla pubblica sicurezza negli anni 2001-2006 e 2008-2011
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Sul Sole 24 Ore di domenica 7 aprile viene riportata la notizia del parto travagliato vissuto della norma del decreto Sblocca debiti che innalza, a partire dal 2014, da 516 a 700mila euro il tetto per compensare i crediti commerciali con i debiti fiscali. Cancellata in serata su input della Ragioneria generale dello Stato (Rgs) la norma è poi ricomparsa nella notte. Il 9 aprile, sempre su questo giornale, il numero uno della Rgs, Mario Canzio, ricorda che la Ragioneria ha un ruolo quasi notarile e che la sua bussola è l'articolo 81 della Costituzione

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