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Questo articolo è stato pubblicato il 10 maggio 2013 alle ore 08:27.

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Un ritorno non facile dunque, visto che Vito Rizzuto trovò il suo esercito decimato mentre l'Ontario era stato preso d'assalto dalla ‘ndrangheta.

Una partita a scacchi delicatissima nella quale lo Stato italiano finora è stato a guardare perché non risulta alcuna nuova domanda di estradizione nei suoi confronti, dopo quelle inevase e relative a due inchieste della Dia sfociate in due diversi processi davanti al Tribunale di Roma: il primo riguardava l'indagine sul tentativo di infiltrazione nell'appalto sul ponte dello stretto di Messina per il quale Vito Rizzuto, secondo l'accusa, era pronto a investire 500 miliardi di dollari e un'altra per il riciclaggio di centinaia di milioni di dollari attraverso una società con sede di fronte a Palazzo Chigi.

La faida e gli equilibri rotti
A nemmeno un mese dal suo ritorno, il 5 novembre 2012 a Montreal venne ucciso Joseph Di Maulo, cognato di Raynald Desjardins. Di Maulo prima di legarsi a Rizzuto era in stretti rapporti con il clan Cotroni, con Paul Violi e i calabresi ma allo stesso tempo era vicinissimo a Raynald Desjardins, ex braccio destro di Vito Rizzuto, dal quale si è poi separato giocando comunque sempre ruoli ambigui.

L'11 dicembre 2012 venne ucciso Emilio Cordileone, che vantava conoscenze nel clan Cotroni, che prima dei Rizzuto gestiva i traffici e la criminalità in Québec. Il 18 dicembre 2012 è il turno di Giuseppe Fetta, il 22 di gennaio 2013 viene ucciso in un agguato Gaétan Gosselin, ex cognato di Raynald Desjardins. A cavallo tra fine gennaio e febbraio di quest'anno, sempre a Montreal viene ucciso Vincenzo Scuderi, ritenuto vicino a Desjardins e viene ferito Tonino Callochia nel corso di un agguato in un ristorante.

C'è del marcio in Canada
Il ritorno di Vito Rizzuto ha dunque rotto gli equilibri e la sua storia e quella di Raynald Desjardins si incrociano – secondo investigatori e inquirenti italiani e canadesi - non solo con i traffici di droga sull'asse Palermo-Toronto-Montreal ma anche con la vita interna canadese, ultimamente scossa da scandali politici legati a doppio filo a corruzione e "sirene" criminali.

La commissione Charbonneau (una sorta di commissione parlamentare d'inchiesta) ha oltre 20 indagini in corso, dal settore delle costruzioni agli appalti sugli ospedali, dai contratti per la consulenza informatica al piano di sviluppo nel nord del Quebec. Attesissime proprio le udienze di Raynald Desjardens e di Vito Rizzuto. Le audizioni della Commissione – che nell'autunno scorso hanno contribuito alle dimissioni di diversi sindaci tra cui quello di Montréal e quello di Laval - sono sempre più aspre.

Non so cos è la mafia
Il 20 febbraio il giudice France Charbonneau si rivolse a Nicolò Milioto, detto Mr. Sidewalk, che molti oltreoceano ritengono essere amico di Rizzuto e molto ben introdotto nel mondo dell'imprenditoria, in questo modo: «Sospenderemo l'udienza per il momento e chiederò al suo avvocato di spiegarle che cosa significa oltraggio alla corte e spergiuro». «Lei crede che la mafia esista?» gli chiese l'avvocato della commissione Sonia LeBel. «Non lo so» fu la risposta di Milioto. «Che cos'è la mafia?» replicò LeBel. «Non lo so», ripetè Milioto. La polizia canadese riprese 236 volte Milioto al Cafe Consenza, storico punto di ritrovo dei mafiosi di Montréal.

In questo contesto Raynald Desjardins, per molto tempo braccio destro di Rizzuto ha chiesto di essere rilasciato su cauzione in attesa del processo per l'omicidio di Salvatore Montagna, uno dei capi del clan Bonanno di New York, avvenuto il 24 novembre del 2011. Il suo corpo venne ripescato dall'Assomption River a Charlemagne, a nord est di Montréal. A nulla gli valse il soprannome Iron worker, il "fabbro".

In questo labirinto di alleanze, tradimenti e omicidi, la morte di due persone ritenute "interne" alla famiglia Rizzuto in quel di Palermo, si incrocia dunque non solo con le rotte del narcotraffico ma anche, inevitabilmente, con il passato, il presente e il futuro della vita sociale e politica canadese. Oltre che di quella italiana.

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