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Questo articolo è stato pubblicato il 23 maggio 2013 alle ore 10:30.

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Ore 11,52. Squinzi: «Noi non siamo casta»
«Noi non siamo casta», e Confindustria «è la casa di tutti coloro che silenziosamente e operosamente, ogni giorno, producono, inventano, esportano, fanno grande l'Italia nel mondo». Il presidente degli imprenditori nella sua relazione all'assembla annuale difende il ruolo dell'associazione e replica indirettamente alle critiche al sistema confindustriale arrivate, a mezzo stampa, dal presidente di Barilla, Guido Barilla, Squinzi sottolinea con forza che «Confindustria è stata, è e sarà una casa in cui il confronto è regola», una organizzazione ad adesione volontaria «che viene scelta
perchè crea valore con le proprie azioni». Noi - ha spiegato Squinzi - «non temiamo il confronto nè di ripensare il nostro modello organizzativo». Per questo, conclude Squinzi, la Commissione Pesenti incaricata di elaborare un riassetto dell'associazione degli industriali «sta lavorando con cura alla riforma dell'organizzazione portando a valore comune il meglio del sistema».

Ore 11,50. Squinzi: «Abbiamo grande impegno comune: fare una nuova Italia»
Nel passaggio conclusivo, Squinzi auspica che l'azione del governo possa continuare, per il tempo necessario ad «attuare le politiche necessarie», con l'impegno a fare della politica industriale il «pilastro portante delle proprie scelte». Questo «Perché produrre significa lavoro, lavoro significa meno precarietà, migliori tutele, crescita dei salari e della domanda interna». Quallo che ci aspetta, conclude il presidente di Confindustria, è «un grande impegno comune :fare una nuova Italia, europea, moderna, aperta, consapevole delle proprie capacità e qualità».

Ore 11,47. Squinzi: Nord sull'orlo del baratro, occorrono riforme
Tra gli allarmi lanciati da Squinzi nel corso del suo intervento, anche la necessità di restituire al settentrione italiano il ruolo trainante in economia: «Il Nord è sull'orlo di un baratro che trascinerebbe tutto il nostro Paese indietro di mezzo secolo». «Per tornare al nord trainante - sottolinea- le vie sono quelle che abbiamo detto: credito, fisco, giustizia, semplificazione, infrastrutture, uno stato amico».

Ore 11,45. Non buttare alle ortiche il taglio dei piccoli tribunali
Tra le poche riforme positive del passato governo citate espressamente da Squinzi il taglio ai piccoli tribunali a favore dell'accoropamento delle sedi giudiziarie minori. La richiesta, su questo fronte, è quella di non stoppare la riforma a metà del guado: «Non possiamo negare che alcuni importanti passi avanti siano stati compiuti. Questi vanno difesi. Primo fra tutti il processo di revisione della geografia giudiziaria. È un risultato faticosamente raggiunto, una riforma dolorosa, ma necessaria. Non buttiamola alle rtiche, anche perché è l'unica via per avere tribunali meglio organizzati e magistrati più specializzati, quindi più produttivi.»

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