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Questo articolo è stato pubblicato il 23 maggio 2013 alle ore 10:30.

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Ore 11,43. Rivedere tre gradi di giudizio, spazio alla mediazione
In un passaggio dedicato ai probelemi del pianeta Giustizia, Squinzi ha auspicato un ripensamento del «principio dei tre gradi di giudizio per ogni tipo di causa e sostenere gli investimenti previsti sul processo digitale». A suo giudizio, «occorre anche decongestionare i tribunali e puntare con decisione sulle risoluzioni alternative». Squinzi riconosce che l'amministrazione della giustizia «é la pietra angolare della società civile, l'ecosistema in cui le imprese operano e i diritti degli individui tutelati. Il loro funzionamento - prosegue - costituisce una delle condizioni necessarie per garantire il vivere ordinato, favorire il corretto sviluppo dell'economia di mercato e stimolare gli investimenti». Sullo sfondo, ricorda il presidente, cìè il problema dell'enorme arretrato:
«Cinque milioni di cause civili giacenti, oltre mille giorni per far valere un contratto davanti ad un giudice, lo spaventoso numero di sette giudizi pendenti ogni 100 abitanti e un rating negativo sull'indipendenza e la qualità della giustizia, sono macigni sulla strada della ripresa».

Ore 11,40. Fisco da cambiare, il governa riprenda la delega
«Chiediamo un fisco a supporto di chi crea ricchezza e la distribuisce, trasparente e rispettoso dei diritti dei cittadini e delle imprese. Questo ce lo aspettiamo e il Paese lo merita», spiega Squinzi all'assemblea. Poi sollecita il Governo a riprendere la Delega fiscale, la cui approvazione è stata interrotta alla fine della passata Legislatura, mettendo a frutto il buon lavoro svolto fino a quel momento».

Ore 11,38. Squinzi: Pa da riformare, partire da nuovo Titolo V
Per Squinzi, «Nessun serio progetto di semplificazione e di riorganizzazione della Pubblica Amministrazione sarà efficace se non si avvia, da subito, la riforma del Titolo V». Poi un altro appello al Governo: «Evitiamo il pendolarismo tutto italiano : un giorno tutti federalisti, il giorno dopo tutti centralisti».

Ore 11.37. Squinzi: livello di efficienza e i rischi del non scegliere
La relazione di Squinzi contiene anche passaggi in cui vengono messi a confronto gli ordinamenti italiano ed europei, «dove convivono filosofie organizzative e modelli diversi». Dall'esame comparato, secondo Squinzi, «Una cosa appare chiara: il livello di efficienza è sempre più elevato di quello italiano, prova del fatto che l'unica scelta da non fare è il non scegliere».

Ore 11.,34. Energia troppo cara freno per la ripresa
A frenare la ripresa italiana, anche l'eccessivo costo dell'energia: «Non possiamo più permetterci un costo dell'energia elettrica superiore mediamente del 30% rispetto ai nostri concorrenti europei». Le cose vanno meglio sul fronte del gas, dove si è riusciti «ad allineare il prezzo ai livelli medi dell' eurozona e a riequilibrare le componenti parafiscali. interventi che valgono grosso modo 1,7 mld di euro». La richiesta di Confindustria è quella di rendere strutturale questa situazione, una scelta che «rappresenterebbe un importante recupero di competitività per le nostre imprese».

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