Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 24 maggio 2013 alle ore 06:41.
L'ultima modifica è del 27 agosto 2014 alle ore 11:28.

My24


PARIGI. Dal nostro inviato
Il Fondo monetario internazionale rischia di perdere per la quarta volta il proprio direttore generale prima del tempo (dopo la scioccante uscita di scena di Dominique Strauss-Kahn nel 2011 per lo scandalo sessuale di cui è stato protagonista e le dimissioni dello spagnolo Rodrigo Rato, coinvolto in uno scandalo bancario nel 2007, e del tedesco Horst Köhler nel 2004, che decise di candidarsi alla presidenza del suo Paese). E Parigi rischia di perdere l'ultimo francese alla guida di una grande istituzione internazionale, dopo il cambio della guardia al vertice della Wto (Pascal Lamy lascerà in settembre).
Nonostante la fiducia che il board del Fondo ha ribadito ancora ieri nei confronti di Christine Lagarde, potrebbe essere questo lo scenario se la Corte di giustizia della Repubblica, l'equivalente francese del nostro Tribunale dei ministri, dovesse decidere, al termine della lunga audizione iniziata ieri mattina, di indagare formalmente l'ex titolare del ministero dell'Economia per complicità in falso in atto pubblico e distrazione di fondi pubblici nell'ambito dell'indagine sulla vicenda Bernard Tapie.
Una vicenda iniziata addirittura nel 1993, quando il discusso imprenditore-finanziere-politico incaricò il Crédit lyonnais di vendere Adidas, che navigava in pessime acque. Il Lyonnais, banca controllata dallo Stato, finanziò indirettamente l'acquisto della società e alla fine dell'operazione realizzò una plusvalenza di circa 230 milioni, superiore di dieci volte a quella intascata da Tapie. Quest'ultimo avviò quindi una battaglia giudiziaria nei confronti prima del Lyonnais e poi del Cdr (la struttura pubblica incaricata di gestire il fallimento della banca) ottenendo nel 2005 una sentenza favorevole (con il riconoscimento di rimborso e danni per complessivi 135 milioni), successivamente annullata dalla Cassazione.
Quando arrivò a Bercy nel 2007, scelta da Nicolas Sarkozy come prima donna a guidare il ministero dell'Economia, la Lagarde decise di chiudere il contenzioso affidandosi a un arbitrato. Che si concluse con la decisione di indennizzare Tapie con la cifra incredibile di 403 milioni (compresi gli interessi e 45 milioni di danni morali). All'ex ministro viene ora contestato, nell'ambito di una indagine chiesta dall'allora opposizione socialista - che adesso si trova nell'imbarazzo di doverla difendere in nome del prestigio della Francia - di aver danneggiato lo Stato e favorito Tapie.
In particolare il magistrato della commissione istruttrice della Corte di giustizia, Cécile Petit, contesta la decisione stessa di ricorrere all'arbitrato, procedura peraltro riservata alle società private, quando lo Stato si trovava in una posizione di forza, grazie alla sentenza della Cassazione; di averlo fatto contro il parere della struttura amministrativa di Bercy; di aver accettato un collegio arbitrale la cui composizione era favorevole a Tapie; di non aver presentato ricorso contro la decisione. Da un punto di vista generale, la Petit ritiene che «dall'insieme di decisioni sistematicamente contrarie all'interesse pubblico, si ricavano indizi gravi e concordanti i quali fanno ritenere che dietro l'apparente regolarità di una procedura arbitrale sia stata dissimulata un'azione finalizzata a far ottenere a Tapie le somme volute».
Una vicenda che secondo alcuni potrebbe anche avere un risvolto politico, visto che ai tempi della Lagarde il ministero dell'Economia era di fatto gestito direttamente dall'Eliseo, da un presidente con cui Tapie aveva rapporti molto stretti.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
LE TAPPE
1993
Bernard Tapie incarica il Crédit lyonnais di vendere Adidas, in difficoltà. La banca pubblica incassa una plusvalenza di 230 milioni
1998
Tapie accusa il Lyonnais di averlo truffato e chiede i danni
2005
Il Tribunale condanna il Cdr, che gestisce il fallimento del Lyonnais, a versare a Tapie 135 milioni. L'anno dopo la Cassazione annulla la sentenza
2007
Christine Lagarde, ministro dell'Economia, ricorre a un arbitrato extragiudiziale per chiudere il contenzioso
2008
Il collegio arbitrale stabilisce che a Tapie vanno versati 403 milioni, compresi gli interessi e 45 milioni di danni morali
2011
Su richiesta del partito socialista, all'opposizione, la Corte di giustizia avvia un'indagine sul comportamento della Lagarde, nominata intanto direttore dell'Fmi, ritenuto lesivo degli interessi dello Stato

Shopping24

Dai nostri archivi