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Questo articolo è stato pubblicato il 31 maggio 2013 alle ore 06:37.

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Vedremo. Tutto quello che ci separa dal 3% potrà evidentemente essere utilizzato. Ma occorre sempre ribadire che per noi la riduzione del debito è una strada obbligata. Lo impongono i 400 miliardi di titoli che dobbiamo emettere ogni anno per finanziarlo. Abbiamo conseguito un elevato avanzo primario. Non è sadismo fiscale, ma serve ad accantonare riserve per onorare il servizio del debito.

Investimenti, semplificazioni... cos'altro intendete fare per rilanciare l'economia e la crescita?
Puntiamo alla maggiore utilizzazione dei fondi della Bei, che proprio nei giorni scorsi ha ottenuto un importante aumento di capitale di 10 miliardi, cui anche l'Italia ha dato il suo contributo per 1,6 miliardi. I fondi della Bei potranno essere utilizzati sotto forma di finanziamenti diretti alle banche perché si traducano in altrettanti prestiti alle piccole e medie imprese. La Bei gode della tripla A e dunque può attivare prestiti con uno spread molto basso. E potrà anche garantire operazioni di cartolarizzazione dei crediti bancari per smobilizzare gli attivi delle banche.

Il tema del credito alle Pmi è cruciale.
Il sistema bancario italiano è consapevole di questa emergenza. La Bei potrà aiutarci. Ma puntiamo anche sul Fondo centrale di garanzia. Intendiamo rafforzarlo e garantire un accesso più ampio al credito delle Pmi. Anche in questo modo, oltre che con i pagamenti dei debiti della Pa, sarà possibile ridare liquidità alle imprese. E lo facciamo senza pesare direttamente sul deficit.

L'Italia soffre per il peso di un cuneo fiscale record che grava sulle buste paga. Pensa che sarà possibile dare un segnale consistente in questo senso?
Per ora non ci sono grandi margini. Le coperture vanno trovate. E in questo caso si parla di risorse importanti.

Parliamo allora di coperture. Dove si possono recuperare risorse per lo sviluppo?
Sia il finanziamento degli interventi che vareremo nelle prossime settimane sia la copertura delle riforme strutturali li individueremo attraverso due canali: la spending review e il taglio delle agevolazioni fiscali. La prima ha già dato effetti positivi, per esempio sul contenimento della spesa sanitaria. Ora bisogna rilanciarla. Ci stiamo lavorando.

Sulle agevolazioni fiscali che fine ha fatto il lavoro impostato da Vieri Ceriani nel precedente governo?
Vogliamo ripartire proprio da lì. Ho appunto chiesto a Ceriani di far parte del mio gabinetto, sarà lui stesso a occuparsene.

Ceriani è anche l'autore della delega fiscale che nella scorsa legislatura era quasi arrivata al traguardo...
Infatti. Lì ci sono rilevanti interventi di semplificazione del sistema fiscale. È un elemento chiave quando si parla di tributi. Ridurre la pressione fiscale è importante, ma sul piano delle normative si può fare molto per rendere il sistema più semplice. Gli italiani chiedono soprattutto un fisco più chiaro e più certo. Posso annunciare che riproporremo a breve quella delega, chiedendo al Parlamento una corsia accelerata in considerazione proprio del fatto che era già quasi al traguardo nella scorsa legislatura. Vogliamo anche spingere il pedale sulla piena integrazione delle banche dati, e sul contributo decisivo che possono fornire le agenzie fiscali, la Sogei e la Consip. Proprio Sogei, grazie all'esperienza acquisita nella gestione del sistema informativo della fiscalità, è stata individuata come soggetto attuatore dei primi importanti progetti dell'agenda digitale: la carta di identità elettronica, l'Anagrafe Nazionale e la fatturazione elettronica.

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