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Questo articolo è stato pubblicato il 03 giugno 2013 alle ore 15:08.

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Torino, processo Eternit: disastro colposo, 18 anni a Schmidheiny

Torino (TMNews) - Diciotto anni di reclusione per disastro ambientale doloso e omissione dolosa di misure di sicurezza: è questa la sentenza emessa dalla Corte d'appello di Torino nei confronti di Stephan Schmidheiny, manager dell'azienda "Eternit" (in primo grado condannato a 16 anni). Nei comuni piemontesi in cui l'azienda aveva i propri stabilimenti: Casale Monferrato e Cavagnolo, si verificarono 2.100 decessi per tumori e 800 casi di malattia tra operai e abitanti venuti in contatto con l'asbesto. La corte ha stabilito anche un maxi risarcimento di 30,9 milioni di euro per il comune di Casale Monferrato, il più colpito dalla tragedia e di 20 per la Regione Piemonte. Il sindaco di Casale, Giorgio Demezzi, ha chiesto per Schmidheiny un mandato di cattura internazionale."Questa persona - ammonisce - sappia che se non dà seguito alla richiesta di questo processo verrà arrestato in tutte le parti del mondo, è questo ciò di cui abbiamo bisogno altrimento i soldi rimangono sulla carta come sono rimasti sulla carta in tutti questi anni".Il giudice ha esteso la reponsabilità di Schmidheiny anche ai casi registrati in altri due comuni italiani in cui erano presenti stabilimenti Eternit: Bagnoli, in Campania e Rubiera in Emilia Romagna."Questa sentenza è un inno alla vita" ha commentato il Pm torinese Raffaele Guariniello. In aula, oltre a centinaia di parenti delle vittime c'erano anche l'ex Ministro della salute, Renato Balduzzi e il procuratore capo della Repubblica di Torino, Gian Carlo Caselli.

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