Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 04 giugno 2013 alle ore 19:45.
L'ultima modifica è del 04 giugno 2013 alle ore 09:07.

My24

Zanonato (Sviluppo): i proprietari rimarranno tali
Sulla stessa linea il ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato, anche lui netto nel respingere le accuse di esproprio: «Siamo in presenza di un commissariamento che ha obiettivi precisi, raggiunti i quali i legittimi proprietari, la società finanziaria di cui i Riva detengono la maggioranza relativa, rimarranno proprietari». Se l'Ilva venisse meno , aggiunge rivolto ai giornalisti, «sarebbe una botta enorme all'economia italiana, per non parlare della situazione occupazionale di Taranto». E poi- aggiunge- «non ci sarebbero le risorse per il piano di risanamento». Grazie al decreto, invece, «la produzione di acciaio e il risanamento viaggiano alla pari».

Al commissario i poteri dei titolari dell'impresa
Il testo del decreto - due articoli in tutto - prevede che per «la durata del commissariamento sono attribuiti al commissario tutti i poteri e le funzioni degli organi di amministrazione dell'impresa». E poi stabilisce che «è sospeso l'esercizio dei poteri di disposizione e gestione dei titolari dell'impresa, nonché dei diritti connessi alla titolarità o al possesso delle quote o delle azioni». Il ministro dell'Ambiente nomina poi un comitato di 5 esperti che predispone e propone al Ministro, entro 60 giorni dalla nomina, ««il piano delle misure e delle attività di tutela ambientale e sanitaria dei lavoratori e della popolazione e di prevenzione del rischio di incidenti rilevanti».

Svincolate le somme sotto sequestro
Il decreto deliberato dal Consiglio dei ministri prevede poi che siano svincolate «le somme per le quali in sede penale sia stato disposto il sequestro»: si tratta degli 8,1 miliardi di euro oggetto del maxisequestro da parte della procura di Taranto su beni, conti e quote societarie. «Le predette somme - continua la bozza di decreto - sono messe a disposizione del commissario e vincolate alle finalità indicate al periodo precedente».

Pdl critico: pericoloso precedente per la libertà d'impresa
«Ad una prima lettura, il provvedimento sull'Ilva appare costituire un pericoloso precedente per la difesa della libera intrapresa». Questo il giudizio del presidente della commissione Lavoro del Senato, Maurizio Sacconi. Il decreto, aggiunge l'ex ministro, «sembra riconoscere la possibilità al governo di un commissariamento non soltanto ad acta ma alla gestione complessiva dell'azienda in presenza di contestazioni esercitate da pubbliche funzioni nei confronti della società per profili di interesse pubblico». Per Sacconi sembra «insomma definirsi la possibilità di un esproprio aziendale senza quel complesso di garanzie che dovrebbero essere riconosciute tanto alla persona fisica quanto alla persona giuridica, a partire dal diritto al contraddittorio nei confronti delle contestazioni». Sulla stessa linea il senatore del Pdl Altero Matteoli: «Ogni qualvolta che un'azienda privata entra in crisi il governo potrà commissariarla. Se questo fosse il principio che ispira il decreto appena approvato dal governo, saremmo di fronte ad un precedente a dir poco non condivisibile. Non siamo in una dittatura comunista. Spero che l'esecutivo ci ripensi». Critico, ma stavolta sulla scelta del nome del commissario, è anche il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola: «Il commissariamento dell'Ilva, per come annunciato da Governo, è un risultato importante, ma lascia l'amaro in bocca la scelta di Bondi commissario».

Zanonato: dopo commissariamento Ilva torna ai proprietari
«Al termine di questa fase eccezionale, straordinaria - ha spiegato questa mattina alla Camera durante l'informativa urgente del Governo il ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato - si potranno ricostituire gli organi societari restituendo alla proprietà gestione e risorse economiche, ove ancora ne esistano». «Siamo consapevoli che il risanamento non può essere condotto con la necessaria convinzione da chi ha determinato l'allarme ambientale di cui stiamo discutendo e che mette a rischio tante persone», ha spiegato il ministro durante la sua informativa urgente in Parlamento ricordando anche i ritardi della proprietà nelle prescrizioni e nei limiti previsti dall'Aia.

Dalla chiusura dell'Ilva un danno da 8 miliardi
Dalle decisioni che vengono prese sull'Ilva, ha concluso nel suo intervento Zanonato, «dipende il futuro della siderurgia italiana e più in generale la credibilità del nostro Paese». Un'eventuale chiusura dell'Ilva di Taranto «avrebbe un impatto economico negativo per 8 miliardi di euro annui». L'impatto economico di 8 miliardi è la risultante di «circa sei miliardi relativi alla crescita delle importazioni, 1,2 miliardi per il sostegno al reddito e i minori introiti per l'amministrazione pubblica e circa 500 milioni in termini di minore capacità di spesa per il territorio direttamente interessato». Tuttavia, ha aggiunto il ministro spiegando i motivi che hanno portato alla decisione di procedere con un commissario a tempo, «gli investimenti pur realizzati in questi anni non sono stati sufficienti a riequilibrare il rapporto tra produzione, salute e ambiente», visto che «molte disposizioni totalmente o parzialmente disattese dall'azienda.

Shopping24

Dai nostri archivi