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Questo articolo è stato pubblicato il 18 giugno 2013 alle ore 17:57.

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Maroni: sull'espulsione di Bossi solo proposte, ma decido io. Il Senatur: una pernacchia a chi mi vuole fuori

«Il senso è che io sono il segretario federale. C'è una linea politica, chi non è d'accordo si
può accomodare fuori, il mondo è grande
», ha detto il segretario federale della Lega nord Roberto Maroni, oggi a Palazzo Lombardia, negando l'esistenza di un 'processo a Umberto Bossi'. «Sono cose che avete scritto voi», ha sostenuto rispondendo ai giornalisti. «Siamo stufi di queste menate interne, di queste interviste, gli uni contro
gli altri».

Bossi, l'espulsione non mi preoccupa
Umberto Bossi replica al duro richiamo del segretario della Lega Nord e non si sente chiamato in causa dalla minaccia di espulsione e quasi fa spallucce: «Io sono superiore a queste beghe», ha detto arrivando a Montecitorio. «L'espulsione non mi preoccupa». Non si sente come il padre che viene ucciso dal proprio figlio? È stato chiesto a Umberto
Bossi, al suo arrivo a Montecitorio, facendo riferimento alla minaccia di espulsione ventilata nei suoi confronti da Maroni. «Per fortuna - è stata la risposta del senatur - noi due non siamo padre e figlio».


A chi mi vuole fuori dal Carroccio farei una pernacchia
Cosa direbbe a chi lo vuole fuori dal Carroccio? «Gli farei una pernacchia». Pensa che verrà espulso? «Non lo so, vediamo dopo. Comunque mi ribellerò io», ha detto sottolineando come «in genere sono uno che resiste». Se comunque si dovesse decidere per l'espulsione , «come fai poi a girare Piemonte, Lombardia, Veneto?», domanda Bossi.

C'è stato un dibattito
«C'é stato un dibattito all'interno della riunione, ognuno ha detto la sua, ma le decisioni le ho prese io, come segretario federale, e sono quelle che ho esposto: le altre sono proposte, ma non sono le decisioni che io ho preso», Roberto Maroni ha risposto a chi gli chiedeva conto delle richieste di espulsione di Umberto Bossi dalla Lega Nord avanzate da alcuni dirigenti nel corso dell'assemblea degli eletti del movimento domenica a Milano. Tornando al dibattito di questi giorni Maroni ha sottolineato che «mi è stato chiesto da tutti di fare il segretario, di farlo anche più cattivo di quanto l'ho fatto finora» E, nel corso dell'assemblea degli eletti domenica, «abbiamo deciso di tirare una riga si riparte a discutere di cose concrete e non di menate. Parte un processo -ha concluso- di dibattito interno finalizzato a individuare le cose da fare che si svolge attraverso le assemblee».

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